Ad Agazzano “si nasconde” il paradiso dei confetti

Nell’antica casa di famiglia Pierluigi Gazzola ha aperto - da qualche anno - un negozio dove praline, caramelle, giuggiole formano una caleidoscopica attrazione. Nella cantina seicentesca vengono invece ospitati champagne e vini di nicchia  

Nuova puntata della rubrica l’Azienda del mese nata dalla collaborazione editoriale fra PiacenzaOnline e Confcommercio Piacenza. Come sempre il nostro giornale cerca di farvi conoscere più da vicino realtà storiche o di particolare interesse fra quelle iscritte all’associazione di strada Bobbiese.

Se i muri potessero parlare sarebbero i migliori custodi di infinite storie famigliari e ci restituirebbero racconti semplici, fatti di quotidianità eppure degni di un romanzo. Ci sono pietre e mattoni, al civico 8 di via Marconi ad Agazzano (PC), che hanno protetto ed ospitato generazioni di abitanti a partire dal 1600 periodo di costruzione dell’ala più antica dell’edificio il cui impianto principale risale invece all’800.

Qui, tanto tempo fa, si trovava una sartoria specializzata in abiti nuziali. La gestiva, fino ad una quarantina di anni fa, la signora Angela Gazzola con l’aiuto della cognata Lina. Fra sete e tulle è cresciuto Pierluigi Gazzola, nipote della titolare (era la sorella di suo padre). Non deve dunque stupire il fatto che quel bimbetto abbia allora subito una sorta di imprinting che lo ha portato, una volta diventato adulto, ad intrecciare nuovamente il proprio destino con il mondo dei matrimoni.

Dopo alcuni anni nelle vesti di impiegato il signor Pierluigi, ha  infatti deciso di affiancare tanti giovani nel giorno più importante della loro vita, lavorando come wedding planner anche se forse per modestia, non si  definisce tale: “Diciamo che avevo un’attività di organizzazione di allestimenti matrimoniali, mi occupavo di tutta l’organizzazione, comprese le decorazioni”.

Componente essenziale delle nozze sono, almeno in Italia, i confetti e così Gazzola maturò pian piano l’idea di aprire un negozio specializzato nella vendita delle pregiate mandorle ricoperte di zucchero. Quale posto migliore della casa di famiglia poteva ospitare l’attività? Gli ambienti dove una volta si cucivano gli abiti sono perciò diventati una “golosa bottega”.

«Ho aperto nel 2019 dopo aver ristrutturato l’edificio. Non è in realtà un classico negozio dove uno arriva in una piazza principale e vede una grande vetrina. Da me la “vetrina” è quello che si intravede dell’interno attraverso la porta. Fuori ho messo un’insegna in cui spiego che questo è un Emporio di prelibatezze ricavato in un’antica struttura dove si può provare un’esperienza che cattura tutti i sensi».

Il signor Gazzola abita a fianco, in un continuum casa – bottega, come un tempo avveniva per la gran parte delle attività artigianali e commerciali.

«Questa è la casa dove abbiamo sempre abitato, la casa di famiglia e tra l’altro è uno degli edifici più antichi del paese. La cantina è seicentesca mentre il piano terra ed il primo piano furono costruiti due secoli dopo. Diciamo che è un negozio atipico, anche perché non è così semplice da trovare».

Uno deve conoscerla in anticipo per venire fin qui.

«Quasi. Si lavora molto con il passaparola. Numerosi clienti diventano tali, ad esempio, dopo aver ricevuto un regalo. Si incuriosiscono e vengono a trovarci.  Quando uno entra, sicuramente ritorna perché è un’esperienza in tutti i sensi. Nasce principalmente come confetteria, legata ai matrimoni. Poi ho lasciato perdere la parte di organizzazione e mi sono concentrato sul negozio che si è sviluppato ed ampliato come offerta. Abbiamo ancora i confetti, circa 150 varietà. In più c’è il reparto cioccolateria, ci sono le giuggiole, le caramelle, i biscotti, i dolciumi in genere».

La cantina invece l’ha dedicata ai vini?

«Si ho sviluppato un’enoteca con prodotti di nicchia con champagne, vini, liquori tutti particolari.  Non tengo champagne di note etichette, quelli che per intenderci si trovano al supermercato, ma bottiglie di piccoli produttori. Faccio molta ricerca direttamente ed attraverso importatori di nostra fiducia. Abbiamo anche alcune esclusive. Ugualmente per i dolciumi: vado alla ricerca di specialità, di prodotti artigianali. Cerco di tenere cose particolari, perché altrimenti per prodotti standard la gente non verrebbe da me».

Come mai ha deciso di dedicarsi solo al negozio?

«Perché per cercare di seguirlo al meglio ci vuole il tempo, tanto tempo».

Anche un po’ di passione?

«Ecco, la passione è proprio quella che manda avanti un’attività del genere. Cerco di curare ogni aspetto. C’è anche un giardino che accoglie i clienti. E’ in stile moderno, geometrico, con una fontana che collega l’ingresso con un pergolato. Ho cercato di dare un po’ di bellezza all’ambiente …».

La sua clientela da dove viene?

«Spazia. Una parte sicuramente dal paese e poi direi da tutta la provincia di Piacenza e anche da fuori. Come dicevo lavoro molto col passaparola. Anzi direi quasi esclusivamente. Il mio è un negozio che concentra le vendite durante le festività, Natale e Pasqua. Ho proprio appena terminato da qualche ora, l’allestimento pasquale. In questo momento ho più di 70 tipologie di uova ed oltre 30 di colombe. Oltre alla varietà dei prodotti che propongo curo molto la confezione, in maniera direi quasi maniacale. Voglio che quando uno vede un mio prodotto ne percepisca subito la qualità, che sia soddisfatto ed invogliato a venirmi a cercare. Un altro punto di forza è la personalizzazione. Ad esempio con le praline di cioccolato. Non propongo scatole già pronte. Uno viene qui e costruisce la scatola come vuole, scegliendo le praline ad una ad una».

Sono praline belghe?

«No, in questo caso ho puntato su un prodotto italiano di grande qualità».

Diceva che ha circa 150 tipologie di confetti. Come sono cambiati i gusti degli italiani in questi anni, quali confetti vanno di più?

«Si ho una proposta ampia dal tradizionale confetto con la mandorla d’Avola, a confetti di tanti colori diversi per le varie occasioni (matrimoni, battesimi, comunioni, anniversari), ai confetti al cioccolato fondente, al latte, al gianduia, al pistacchio.  C’è la frutta confettata, ci sono le nocciole confettate. C’è un mondo di gusti. I confetti ormai sono diventati un po’ come i cioccolatini. Vengono acquistati per le occasioni speciali ma in realtà anche per il consumo personale, sono diventati un genere di vendita quasi quotidiana, lungo tutto l’anno. Quanto al cambiamento dei gusti ci sono state alcune fasi. Quando sono arrivati i confetti al cioccolato hanno conquistato un po’ tutti, rubando la scena a quelli tradizionali. Invece ultimamente noto un ritorno ai classici confetti alla mandorla».

Il periodo attuale non è fra i più semplici per i negozi cosiddetti di vicinato. Riesce comunque ad avere soddisfazioni dal mercato.

«Concordo, il periodo non è dei migliori. Io, come dicevo, lavoro principalmente durante le feste facendo gran parte del mio fatturato mentre il lavoro giorno per giorno è più scostante. Però ho fatto una scelta precisa che ritengo stia pagando, quella della qualità e dei prodotti di nicchia. Se avessi proposto cioccolati, caramelle, vini che si trovano in un qualunque ipermercato … avrei fatto poca strada. Più vado avanti, più ne sono convinto. Prendiamo i vini. Ho puntato molto sui vini francesi di zone come Bordeaux, Borgogna, Alsazia, Mosella che non sempre è facile trovare sul mercato locale. Ho Cremant e Champagne ma anche su una selezione di eccellenze italiane del Barolo all’Amarone, dal Barbaresco al Brunello di Montalcino. Nicchia. Allo stesso modo i liquori sono prodotti di nicchia: questo è il momento del gin e in cantina ho circa 40 diverse tipologie. All’inizio la cantina la usavo solo per proporre l’oggettistica invece adesso è diventata una vera “cave”. A volte guardo le bottiglie e mi dico che “mi è scappata un po’ la mano”. Da ultimo c’è la parte delle caramelle, tutte rigorosamente proposte in vaso, come i confetti. In totale sono circa un centinaio. Avevo iniziato quasi timidamente con qualche varietà, pensando ai bambini delle vicine scuole. In realtà devo dire che i più golosi sono gli adulti. Comunque sia alla fine mi sono trovato con questa esposizione di caramelle che vedete. Nei vasi ci sono anche le giuggiole e le gommose».

Un’ultima domanda. Perché ha scelto di chiamare l’attività Nastridarancio?

«Il nome deriva dalla mia attività precedente dedicata all’organizzazione dei matrimoni. Quando ho aperto il negozio ho deciso di mantenere il nome aggiungendo la parola confetteria».

 

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Carlandrea Triscornia
Giornalista professionista si è laureato in giurisprudenza presso l’Università di Bologna. Ha inoltre ottenuto il Diploma in Legal Studies presso la Cardiff Law School - Università del Galles (UK). Ha iniziato la sua carriera come collaboratore del quotidiano di Piacenza Libertà. Dopo un corso di giornalismo radiotelevisivo ha svolto uno stage presso l’emittente Telereggio divenendone prima collaboratore e poi redattore. Successivamente ha accettato l’incarico di direttore generale e direttore editoriale di Telecittà emittente regionale ligure, dove ha lavorato per tre anni. E’stato quindi chiamato dalla genovese Videopiù ad assumere il ruolo di responsabile delle sedi regionali di SkyTG24 affidate in outsourcing alla stessa società. Trascorsi cinque anni è rientrato nella nativa Piacenza avviando una attività imprenditoriale che lo vede tuttora impegnato. Ha fondato PiacenzaOnline, quotidiano di Piacenza di cui è direttore responsabile. Ha collaborato con l’Espresso e con Avvenire oltre che con Telemontecarlo - TMC News come corrispondente dall’Emilia ed ha lavorato come redattore presso Dodici-Teleducato Parma. Appassionato di Internet e di nuove tecnologie parla correntemente inglese. Sposato, ha due figli.

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