Turismo ancora in crescita in provincia di Piacenza ma le prospettive sono di una frenata

Superata la soglia dei 600.000 pernottamenti (massimo storico del 2011) ma i flussi turistici sono in deciso rallentamento a partire dalla seconda meta’ dell’anno

I dati di fonte regionale relativi al consuntivo della stagione turistica 2023 consegnano al territorio piacentino variazioni ancora positive dei flussi rispetto all’anno precedente, sia per quanto riguarda gli arrivi (+5,5%) che per quanto riguarda i pernottamenti (+3,2%), ma che risultano in decelerazione se confrontate con quelle del primo semestre (quando i turisti erano aumentati dell’11% e le presenze del 5,5% rispetto all’analogo periodo del 2022). E’ evidente quindi come la fase di ripresa e di sviluppo iniziata dopo la crisi del Covid risulti in esaurimento a partire dal 2°semestre, a causa soprattutto delle tensioni geopolitiche internazionali e del non brillante quadro macroeconomico generale. La dinamica del turismo piacentino anche nel 2023 è stata comunque espansiva, e ancora piuttosto intonata a confronto con quella delle altre province emiliano-romagnole; in quest’ ambito, Piacenza risulta inoltre sempre al primo posto per intensità del recupero e crescita dei pernottamenti rispetto al 2019.

Turisti e pernottamenti nelle province dell’Emilia-Romagna, anno 2023 e variazioni % su 2022 e 2019.

Andando ad analizzare i dati a consuntivo 2023, nel complesso degli esercizi ricettivi gli arrivi sono stati 276.796, circa 14mila in più rispetto al 2022, mentre le presenze si sono attestate a 603.235, anch’esse in crescita sull’anno precedente, circa 19mila in più.

Arrivi e presenze turistiche in provincia di Piacenza, anno 2023 e var. % su 2022 e 2019.

In particolare, negli esercizi alberghieri sono stati rilevati 201.463 arrivi e 368.181 presenze, i primi in crescita sul 2022 del 3,5% (+7mila), le seconde del 2,4% (+9mila). Negli esercizi “extra-alberghieri” si sono registrati invece 75.333 arrivi, in aumento rispetto all’anno precedente dell’11,1% (+8mila), e 235.054 presenze, con una variazione positiva del 4,4% (+10mila). Dal punto di vista della provenienza, sono ancora in crescita sia i turisti italiani, che mostrano un aumento dell’1,6% a livello di arrivi (187.186, +3mila) e dell’1,2% in termini di pernottamenti (435.760, +5mila), sia soprattutto i turisti stranieri, +14,6% gli arrivi (89.610, +11mila) e +8,8% le presenze (167.475, + 14mila).

Nonostante il recupero, si registra – relativamente agli arrivi – ancora un differenziale negativo da colmare rispetto al 2019 per il comparto alberghiero (-4,4%) e per il turismo di provenienza nazionale (-3,4%), al contrario degli stranieri, che superano oramai del 15,3% i livelli pre-pandemia. Risultano invece tutte in campo positivo le variazioni riferite ai pernottamenti, in particolare quelli extralberghieri che sono ben un terzo in più di quelli del 2019 (+31,8%). L’incidenza nel periodo considerato delle presenze straniere è stata del 27,8% (era il 26,3% nel 2022), mentre l’incidenza delle presenze negli esercizi extra-alberghieri è stata del 39% (come l’anno precedente).

I dati relativi all’andamento mensile delle presenze nel 2023, messi a confronto con quelli del 2022, evidenziano la decisa decelerazione del turismo piacentino intervenuta nella seconda metà dell’anno, con variazioni tendenziali prossime allo zero a settembre e ottobre, e con variazioni negative ad agosto (-10,9%) e novembre (-5,4%). Nel complesso del secondo semestre i pernottamenti (320.500 circa) sono stati tremila in meno di quelli del 2022. Rimane comunque al momento ancora positivo in tutti i mesi dell’anno il confronto con il 2019.

Nel raffronto 2023/2022, l’analisi dei dati mensili disaggregata per tipologia ricettiva evidenzia soprattutto le difficoltà incontrate dal comparto alberghiero (al quale afferisce il 60% dei flussi totali) durante il periodo da agosto a novembre. Pure il comparto extra-alberghiero ha mostrato nella seconda metà del 2023 un rallentamento dei pernottamenti, evidente nei mesi estivi di luglio (-2,1%) e agosto (-14,1%), riuscendo però a recuperare nella parte finale dell’anno, con le variazioni positive messe a segno tra settembre e dicembre. Rispetto al 2019, i dati 2023 da un lato confermano l’ottimo e generalizzato (con l’eccezione di agosto) andamento dell’extra-alberghiero, dall’altro mostrano il ritardo che ancora esiste per le presenze alberghiere riferite ai mesi invernali.

Considerando d’altra parte la provenienza dei turisti, risulta come la prestazione sottotono registrata nel secondo semestre 2023 sia da imputare al turismo di provenienza nazionale. I turisti italiani presentano un trend delle presenze in calo già durante il primo semestre, per poi evidenziare variazioni negative ad agosto (-14,9%), settembre (-3,0%) e novembre (-7,2%). Decisamente migliore è stata l’evoluzione della componente straniera (positiva fino a luglio), anche se risulta evidente pure in questo caso l’indebolimento dei ritmi di crescita nei mesi successivi. Il confronto con i dati del 2019 riporta invece una situazione nel complesso ancora soddisfacente, sia per le presenze italiane (a parte agosto e novembre) che per quelle straniere.

Analizzando i principali flussi turistici dall’estero, nel corso del 2023 i francesi sono stati ancora i più assidui visitatori stranieri della nostra provincia, con circa 20.400 presenze, mille in più rispetto al 2022; seguono tedeschi (19.500, +1.000), romeni (13.700, +600), svizzeri (10.700, +400) e olandesi (9.100, -200), poi gli spagnoli, i belgi e gli inglesi (circa 6.500/7.500 presenze ciascuno), per arrivare infine agli statunitensi (5.200, +600) ed agli austriaci (4.300), questi ultimi in forte sviluppo (+1.200) rispetto all’anno precedente. Forte crescita anche per i cinesi, il cui flusso è triplicato (+2mila), mentre sono risultati in calo gli ucraini (-1.100 presenze).

Le presenze dei turisti italiani hanno fatto invece riferimento per il 20% ciascuna alla Lombardia (83mila) e all’Emilia-Romagna (82mila), e per il 10% alla Campania (circa 43mila). L’altra metà delle presenze nazionali è andata a Piemonte, Lazio, Veneto, Sicilia e Puglia (con una quota tra le 22mila e le 30mila ciascuna), alla Toscana e alla Liguria (circa 15mila), e quindi alle rimanenti regioni italiane. Nel corso del 2023 gli aumenti più significativi delle presenze sono stati registrati dai turisti dell’Emilia-Romagna (+5mila), del Piemonte (+2mila) e del Veneto (+2mila), tutti con variazioni attorno al +7%; sono invece risultati in calo i turisti lombardi (circa 4mila presenze in meno), oltre a quelli campani, laziali, pugliesi e liguri.

ANALISI TERRITORIALE

Anche a consuntivo dell’anno 2023 i movimenti turistici si sono concentrati a livello territoriale per oltre la metà nel capoluogo Piacenza (il 55% circa: 150mila arrivi e 329mila presenze), mentre ai comuni dell’Appennino ed ai comuni collinari è andata una quota attorno al 15% (circa 43mila arrivi e 102mila presenze), ed ai rimanenti comuni di pianura (tra cui Fiorenzuola e Castel San Giovanni) la restante quota del 30% circa (84mila arrivi e 172mila presenze).

Rispetto al 2022, bene hanno fatto il capoluogo Piacenza – che ha visto ancora aumentare nel complesso gli arrivi del 7,5%(+10mila) e le presenze del 2,8% (+9mila) -, e più in generale gli altri comuni della pianura, in particolare Castel San Giovanni (+12,8% gli arrivi e +13,3% le presenze), Fiorenzuola (rispettivamente +6,5% e +2,1%) e Castelvetro (che mette a segno incrementi a due cifre). Meno bene sono andati invece i contesti dell’Appennino (con l’eccezione di Bobbio per quanto riguarda le presenze) e collinari (con l’eccezione di Castell’Arquato), contraddistinti da variazioni negative del numero di turisti e dei pernottamenti. A confronto col 2019, va segnalato invece il gap ancora da recuperare in termini sia di arrivi che di presenze relativamente agli ambiti di Bobbio e dei rimanenti comuni dell’Appennino.

LA DINAMICA DI LUNGO PERIODO

Con i dati a consuntivo 2023 il turismo piacentino ha finalmente raggiunto e superato (seppur di poco) i massimi storici del 2011, quando gli arrivi erano stati circa 274mila e le presenze 600mila. Consegue tuttavia questo risultato in una fase congiunturale discendente, a causa delle persistenti difficoltà a livello geopolitico e macroeconomico, in primis il livello dei prezzi sempre elevato (nonostante il calo progressivo dell’inflazione), che erode il potere d’acquisto e frena il consumo di beni e servizi, influendo negativamente anche sullo sviluppo dei flussi turistici. E’ probabile quindi che nel corso del 2024 il turismo piacentino torni al di sotto della soglia delle 600.000 presenze; i diffusi segnali di rallentamento visti nella seconda parte del 2023 vanno del resto in questa direzione. Molto dipenderà dall’evoluzione che sperimenteranno il comparto alberghiero e la componente della domanda nazionale, cioè quei settori che più pesano in termini di volumi, ma che hanno evidenziato anche i tassi meno elevati di sviluppo, e dai quali ci si attende una spinta più vigorosa per poter mantenere nella fase ascendente il trend del turismo provinciale.

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