Festival del Pensare Contemporaneo di Piacenza: promosso a settembre 2024 ma con qualche “debito”

Si è conclusa ieri, con successo, la prima edizione della tre giorni che ha raccolto l’eredità del Festival del Diritto. Abbiamo analizzato alcuni dei punti deboli della manifestazione, che potranno essere migliorati per l’anno venturo

Nel mondo della cinematografia quando la ripresa di una scena risulta già sufficientemente riuscita al primo ciak si è soliti dire “Buona la prima”. Ebbene la prima edizione del “Festival del Pensare Contemporaneo” è certamente andata bene e tutto ciò che c’è di perfettibile sarà aggiustato nei dodici mesi che ci separano dall’edizione 2024, già annunciata.

In tre giorni Piacenza ha visto sfilare per le proprie strade e piazze un variegato parterre di relatori, più o meno illustri, che hanno offerto al pubblico la propria visione del contemporaneo.

Ad incensare ampiamente il Festival ci ha già pensato il quotidiano cartaceo locale che gli ha dedicato un numero record di pagine definendolo (qualunque cosa voglia dire) “un oggettivo contributo al tono cerebrale della città”.

Non occorre dunque che anche noi si salga sul carro dei “vincitori”: sì perché comunque la si pensi un festival che porta gente, relatori, dibattiti è una vittoria a tutto campo per la città ospitante.

Voto complessivo al Festival del Pensare Contemporaneo  7,5

Restiamo invece coi piedi sul selciato ed anziché infiorettare tutto con raffinate circonlocuzioni, anziché cantar le lodi dell’evento tentiamo di evidenziare gli aspetti migliorabili di questa tre giorni che secondo gli organizzatori avrebbe portato a Piacenza 19 mila presenze.

Pensiero unico o pensiero plurale?

La critica più pesante arrivata dai detrattori della manifestazione è che la stessa, più che al pensiero contemporaneo, fosse votata al “pensiero unico”, fosse cioè una cassa di risonanza dei maître à penser del centro-sinistra italiano lasciando poco o nulla spazio a qualunque altro sentire politico.

Considerando che fra i promotori della manifestazione c’erano l’Amministrazione Comunale guidata dal sindaco PD Katia Tarasconi e la Fondazione di Piacenza e Vigevano, capitanata da Roberto Reggi ex sindaco ed ex sottosegretario del governo Renzi, era difficile non attendersi una maggiore “sensibilità” verso alcuni temi ed alcuni relatori di sinistra.

Chi però (come Forza Italia) ha accusato il Festival di essere “una sorta di Festa de l’Unità incarnita nelle istituzioni” sbaglia perché spesso alle Feste dell’Unità gli avversari politici venivano invitati per dare vita ad accesi dibattiti. In conclusione una maggiore pluralità di pensiero e qualche voce “di destra” nella seconda edizione non potrà che far bene così come puntare più sui dialoghi che sui monologhi.

Voto alla pluralità di pensiero: 5,5

Comunicazione nazionale sufficiente o insufficiente?

Per qualunque evento “Budget is the King”, a dettare legge sono cioè i soldi stanziati. Si dice che la Fondazione di Piacenza e Vigevano abbia messo sul tavolo per questo primo Festival 500 mila euro, oltre alle spese affrontate dal Comune per il proprio personale e per le strutture messe a disposizione. L’augurio è che il prossimo anno si possa trovare, in aggiunta, un congruo numero di sponsor che permettano di migliorare quello che a nostro giudizio è stato l’aspetto più critico del debutto, la comunicazione nazionale.

Niente da dire sul fronte dei giornali locali (cartacei e online) con una visibile campagna pubblicitaria, mentre forse la presenza di cartelloni stradali e manifesti poteva essere più massiccia a Piacenza come nelle aree limitrofe (basso lodigiano, parmense, pavese, Cremona).

Voto pianificazione mezzi locali: 7

Ottimo il servizio di diffusione di immagini ed interviste gestito dai sempre bravi componenti dell’ufficio stampa del Comune e realizzato da alcune troupe che hanno dato massiccia copertura agli eventi.

Voto copertura foto-video: 9

Se i costi della pubblicità su giornali nazionali sono stati ritenuti troppo elevati, si poteva almeno puntare su una più incisiva azione di “promozione giornalistica” che è stata invece – a nostro parere – largamente insufficiente.

Voto pianificazione media nazionali: 3

La stessa Fondazione, in passato (ad esempio per i Cavalli di Palladino o per XNL) si è avvalsa di uffici stampa prestigiosi che vantano ricche agende, consolidati rapporti, insomma che sanno fare il proprio mestiere ed hanno portato a Piacenza testate nazionali ottenendo sulle stesse il dovuto risalto.

Nonostante quanto affermato nel comunicato stampa conclusivo (diffuso ieri sera) secondo cui la tre giorni avrebbe avuto un buon riscontro sulle testate extra provinciali, crediamo invece che Il Festival del Pensare Contemporaneo abbia avuto una scarsa eco a livello nazional ed  oltre a qualche articolo su supplementi, non sia riuscita a conquistare spazi di “cronaca quotidiana” sui principali giornali come conferma una semplice ricerca su Google News. Nelle prime pagine restituite dall’algoritmo di Mountain View non compare praticamente nessuna testata nazionale, né il Corriere, né la Stampa né altri. Repubblica è presente solo nella seconda pagina di ricerca e non con un articolo dell’edizione nazionale bensì con uno dell’edizione Bolognese. Vanity Fair compare poco sotto ma non con un articolo di attualità bensì con l’annuncio del Festival risalente a due settimane fa (e ricavato da un comunicato). A peggiorare le cose c’è stata la strana scelta degli organizzatori del Festival di non diffondere – durante lo svolgimento dello stesso – comunicati stampa riepilogativi degli eventi svolti. Questo ha diminuito drasticamente le chance di pubblicazione di articoli legati al Festival da parte di testate che avevano deciso, magari sbagliando, di non mandare all’ombra del Gotico i propri inviati. Non risulta neppure che il Festival abbia avuto ospitalità su TG nazionali né Rai, né Mediaset ma solo passaggi radiofonici.

Voto presenza sulla stampa nazionale: 5 –

Leggermente più vivace la presenza social ma anche in questo caso non sufficiente rispetto alla platea degli ospiti ed alla ricchezza degli eventi. Per promuovere un Festival come questo bisognava investire massicciamente sulle piattaforme più popolari facendo ricorso alle (tutto sommato economiche) sponsorizzazioni e puntando su un rapporto più interattivo con i lettori: postare cartelli con la grafica rossa del Festival per annunciare e ricordare gli eventi è meglio di niente ma ci sono certamente idee e metodi più originali grazie a cui un bravo social media manager può creare “engagement”. Il comunicato del Comune parla di “oltre tre milioni di Impression sui social network del Festival”, numeri di sicuro interesse anche se sarebbe utile, per esprimere un giudizio, conoscere anche altre metriche connesse per l’appunto all’engagement del Festival, a partire dalla copertura (reach) perché un conto è “raggiungere” un certo numero di persone, un altro suscitare il loro interesse.

Voto social: 6,5

Impatto sul turismo

Davanti ad una promozione nazionale forse non eccelsa è interessante cercare di capire i risultati in termini di turismo indotto dal Festival. Nonostante qualche giornale abbia trionfalmente propagandato il tutto esaurito negli alberghi cittadini grazie al Festival, la realtà sembra un po’ diversa. Negli hotel hanno soggiornato alcuni relatori ed alcuni organizzatori dell’evento ed alcune fra le scolaresche invitate, mentre le presenze spontanee di turisti attirati a Piacenza dal Pensiero Contemporaneo sembrano essere state alquanto contenute. Perché allora alcuni alberghi erano interamente prenotati? Innanzitutto per alcuni eventi sportivi previsti in zona (a partire dalla tappa di handbike poi cancellata) così come per manifestazioni in città vicine (come il Festival della musica a Cremona) oltre al convegno dei legali di Confedilizia.

Più robusta (ma non massiccia) la presenza di visitatori “in giornata” che hanno seguito la manifestazione facendo poi rientro a casa.  Come si accennava in apertura il Comune stima le presenze in 19 mila, che pensiamo possano essere ripartite in circa 8/9 mila persone al giorno sabato e domenica ed il restante il venerdì. Bisognerebbe capire quanti poi di questi fossero piacentini e quanti provenissero da fuori, quante delle teste “conteggiate” si siano spostate fra più eventi, etc. etc.

Voto attrattività turistica – 6/7

Nicolò Fabi: audio insufficiente

A chiudere la tre giorni del Festival in piazza Cavalli, davanti ad un pubblico numeroso, è stato il cantautore Niccolò Fabi che ha dialogato con Andrea Colamedici Tlon in un incontro intitolato “Andare Oltre”. Iniziato con una ventina di minuti di ritardo questo “viaggio tra parole e musica” è stato purtroppo rovinato da un audio assolutamente non all’altezza che rendeva difficile ascoltare le parole (ed anche le canzoni) a pochi metri dal palco.

Voto impianto audio: 4

L’invito dell’assessore agli atleti della gara di handbike cancellata

Mentre in piazza Cavalli si Festeggiava il successo del Festival del pensare Contemporaneo a pochi chilometri di distanza si è consumato un evento assai meno gioioso. A causa della mancanza di volontari dopo due rinvii della partenza si è deciso di annullare la 6° tappa nazionale del Giro d’Italia Handbike che aveva portato a Piacenza tanti paratleti non solo italiani ma anche stranieri con le loro famigle. Qual è il nesso, si dirà, fra le due cose? Il fatto che l’assessore Dadati nel tentativo di scusarsi dell’accaduto abbia detto agli arrabbiati atleti  «Per salvare la giornata – so che la delusione è grande e non potrà andare via – vi posso suggerire una cosa: oggi a Piacenza c’è l’ultima giornata del Festiva del Pensare Contemporaneo …..».

Una vicenda che è prontamente finita su Libero, facendo rimediare alla nostra città una figura non proprio lusinghiera, seppure su un giornale che è notoriamente schierato su un fronte opposto a quello emerso durante il Festival.

Voto Invito assessorile agli atleti dell’handbike: non classificabile

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Carlandrea Triscornia
Giornalista professionista si è laureato in giurisprudenza presso l’Università di Bologna. Ha inoltre ottenuto il Diploma in Legal Studies presso la Cardiff Law School - Università del Galles (UK). Ha iniziato la sua carriera come collaboratore del quotidiano di Piacenza Libertà. Dopo un corso di giornalismo radiotelevisivo ha svolto uno stage presso l’emittente Telereggio divenendone prima collaboratore e poi redattore. Successivamente ha accettato l’incarico di direttore generale e direttore editoriale di Telecittà emittente regionale ligure, dove ha lavorato per tre anni. E’stato quindi chiamato dalla genovese Videopiù ad assumere il ruolo di responsabile delle sedi regionali di SkyTG24 affidate in outsourcing alla stessa società. Trascorsi cinque anni è rientrato nella nativa Piacenza avviando una attività imprenditoriale che lo vede tuttora impegnato. Ha fondato PiacenzaOnline, quotidiano di Piacenza di cui è direttore responsabile. Ha collaborato con l’Espresso e con Avvenire oltre che con Telemontecarlo - TMC News come corrispondente dall’Emilia ed ha lavorato come redattore presso Dodici-Teleducato Parma. Appassionato di Internet e di nuove tecnologie parla correntemente inglese. Sposato, ha due figli.

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