29enne, ubriaco, scatena il panico a Bettola. Era appena stato scarcerato

Era stato scarcerato giovedì ma la libertà di L.C., operaio 29enne è durata poco e per lui si sono aperte nuovamente le porte della casa circondariale di via delle Novate.

L’uomo, nel pomeriggio di ieri, ha scatenato il caos a Bettola, danneggiando con una spranga varie auto di passaggio ma anche buttando in strada sedie e tavoli di un bar. Completamente ubriaco è stato fermato, vicino al ponte, da un coraggioso camionista, fino all’arrivo delle forze dell’ordine.

Non contento del caos e del terrore scatenato se l’è anche presa con i carabinieri, intervenuti sul posto.  Arrestato è comparso stamane in tribunale ed il giudice ha convalidato l’arresto.

L’uomo, il prossimo maggio, dovrà rispondere di danneggiamenti aggravati e di resistenza, oltraggio e minacce a pubblico ufficiale, ma intanto resterà in carcere.

 E’ lo stesso giovane che si era reso protagonista di un’aggressione ai danni di un 21enne della Costa d’Avorio e che aveva tentato, insieme a due complici, lo scorso settembre, di dare fuoco alla struttura di accoglienza per profughi di via Giovanni XXIII, in paese.

Gli era stata applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari ma era stato successivamente pescato ubriaco al volante dai carabinieri di Lissone ed arrestato per evasione. Nuovamente scarcerato due giorni fa e nuovamente in preda ai fumi dell’alcool ha scatenato il putiferio a Bettola.

Sull’episodio sono intervenuti i parlamentari della Lega, Elena Murelli e Pietro Pisani, che hanno commentato la folle serata che ha visto, ancora una volta, protagonista l’uomo che ha diversi precedenti penali e ha in corso un processo in cui gli è contestata l’aggravante razziale.

«Ringraziamo i carabinieri, ed il camionista che ha dato, con molto sangue freddo, un aiuto importante. Grazie a loro, infatti, è stata fermata una persona che aveva messo a rischio l’incolumità di tanti cittadini di Bettola. Condividiamo il provvedimento del giudice che ha disposto la custodia cautelare in carcere, perché solo in questo modo una comunità viene tutelata. Le forze dell’ordine hanno più volte fermato questo individuo e dopo pochi mesi lo ritrovano per strada, a creare scompiglio e ogni volta devono rischiare la loro incolumità per fermarlo».

«Ora – continuano Murelli e Pisani – ci attendiamo che la Giustizia concluda al più presto il proprio lavoro e non faccia sconti a chi rappresenta un pericolo per i cittadini. Quell’uomo, che già in diverse occasioni ha dimostrato la propria aggressività, sia messo in condizione di non nuocere e sia sottoposto a una terapia. In precedenza era stato scarcerato, nonostante i suoi precedenti, e questo merita una riflessione sui meccanismi che fanno tornare in libertà persone del genere. Dobbiamo aspettarci una disgrazia più grande prima di essere tutelati? La violenza e il razzismo non devono avere alcuno spazio nelle nostre comunità».

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