Tagliaferri (FdI): sostenere anche il mondo dello spettacolo

Emergenza coronavirus. Il consigliere chiede alla Giunta di interagire con il governo anche per "un'indennità forfettaria per chi ha interrotto le attività dal 23 febbraio"

Il coronavirus colpisce anche il settore dello spettacolo, oltre a causare un “rallentamento dell’operatività in tutti i settori economici, dalle imprese che lavorano su mercati nazionali ed esteri alle imprese del settore turistico a quelle del settore culturale e del tempo libero, con conseguenti difficoltà sia per gli imprenditori che per i lavoratori e le loro famiglie”. Per questo Giancarlo Tagliaferri (Fdi) interroga la Giunta, chiedendo “l’apertura di un tavolo fra il ministero per i Beni e le attività culturali e per il turismo (Mibact), l’Inps e il ministero del Lavoro al fine di rivedere alcuni punti imprescindibili come la tutela previdenziale, al pari dei lavoratori dipendenti o a carattere discontinuo, e un’indennità forfettaria per chi ha interrotto le attività dal 23 febbraio”.

“Gli artisti e gli operatori dello spettacolo sono a casa da settimane- sottolinea Tagliaferri-, senza prospettive e soprattutto senza alcuna protezione economica e previdenziale” e cita la petizione del presidente della federazione “Il jazz Italiano” Paolo Fresu che chiede “sostegno per tutte le categorie dei lavoratori appartenenti al mondo dello spettacolo” visto che “la maggior parte delle persone che lavorano nel mondo dell’arte- spiega il consigliere- vivono giorno per giorno e oggi, forzatamente a casa come tutti, non solo non guadagnano ma non godono di alcun armonizzatore sociale, eppure pagano le tasse come tutti”.

Dunque, Tagliaferri chiede all’esecutivo regionale “se non si ritenga necessario e urgente intervenire nelle opportune sedi nazionali per chiedere l’apertura di un tavolo tra Mibact, Inps e ministero del Lavoro e rivedere alcuni punti imprescindibili come la tutela previdenziale al pari dei lavoratori dipendenti o a carattere discontinuo nonché un’indennità forfettaria per chi ha interrotto le attività dal 23 febbraio; se non si intenda chiedere al governo il riconoscimento di malattia, ammortizzatori sociali, una riduzione delle giornate lavorative per fini previdenziali e altre forme di contributi per questa categoria di lavoratori; infine, se si si ritenga opportuno sollecitare la predisposizione di un progetto che possa migliorare il sistema per il futuro”.

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