“Frutti del Castello”. A Paderna si è chiusa un’edizione baciata dal sole e premiata dal pubblico

La rassegna di piante antiche, fiori, artigianato e prodotti dell'agricoltura si è svolta in due giornate con temperature record per ottobre. Una manifestazione che vale sempre la visita

Originariamente si chiamava “Frutti Antichi”  perché fra gli scopi della manifestazione organizzata presso il castello di Paderna c’era proprio quello di valorizzare specie antiche di piante. Con il passare degli anni pur mantenendo inalterata la formula di base e soprattutto la sede c’è stato un mutamento di denominazione ed oggi la rassegna prende il nome di “Frutti del Castello”. Nata nell’ottobre 1996, è una delle più longeve manifestazioni dedicate al florovivaismo del panorama italiano. Nel maggio 2015 alla storica mostra autunnale è stata affiancata un’edizione primaverile dedicata esclusivamente al giardinaggio.

In questa edizione ottobrina (che si è chiusa ieri con grandissimo successo di pubblico) a fianco delle piante storiche si trovavano anche tanti fiori, prodotti dell’artigianato e dell’agricoltura ambientati splendidamente nel maniero di Paderna capace di accogliere con inimitabile grazia i visitatori, senza dare la sensazione di sovraffollamento ed arrivando a coccolarli ad esempio con la bella area pic-nic attrezzata con plaid stesi sull’erba per un momento di relax e giochi “antichi” per i più piccoli.

Nei due giorni di apertura la manifestazione è anche un’occasione di confronto e dibattito sui temi dell’ambiente, della salvaguardia delle essenze antiche e dimenticate, della biodiversità con ospiti illustri invitati a tenere interessanti conferenze.

Le temperature certamente inusuali dello scorso fine settimana hanno reso diversa questa edizione 2024 dove l’unico elemento autunnale erano le caldarroste ed i marroni di cuneo.

Girovagando fra gli stand si aveva la possibilità di conoscere frutti davvero particolari, a partire da varietà di mele molto distanti da quelle proposte sui banchi dei supermercati e certamente più saporite. Inusuale anche l’aglio nero fermentato così come piccoli kiwi con la pelle edibile e liscia (prodotti da una pianta detta Argute) e poi un florilegio di prodotti dell’orto conservati dalle classiche giardiniere ai friarielli con jalapeño ed ancora farine uniche, creme di nocciola e pistacchio, ortaggi di stagione, patate, castagne, zucche mantovane, frutti esiccati a freddo.

Interessante anche la parte dedicata all’artigianato con sculture in corten,  artistiche casette per uccelli smaltate, libellule equilibriste e leggerissime e coperte in lana e cotone prodotte con maestria a Prato.

Girovagando fra i cortili del castello, attraversando in fossato con l’acqua, perdendosi fra i prati invasi dal mercato con piante rare, graminacee coloratissime, fiori le ore davvero per tutti sono volate, complice la bellezza del luogo e  la ricchezza delle cose da vedere ed acquistare che valgono tutto il prezzo del biglietto di ingresso.

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