Alla scoperta di una Piacenza “nascosta”

Il padiglione Palmanova, nell’ex Laboratorio Pontieri, potrebbe a breve ospitare eventi temporanei, in attesa che si trovino fondi per ristrutturarlo - LE FOTO

Scoprire una parte di Piacenza sconosciuta ai più ed immaginare come potrà essere la nostra città negli anni a venire. E’ questa l’opportunità, intitolata Accendiamo il Pug,  che il Comune ha deciso di dare ai rappresentanti di istituzioni e realtà associative del territorio attraverso una serie di sopralluoghi di aree cittadine che saranno protagoniste della futura rigenerazione urbana. Oggi pomeriggio c’è stata una doppia visita guidata dall’assessore all’Urbanistica Adriana Fantini prima al padiglione Palmanova, nell’ex Laboratorio Pontieri. Si tratta di una grande struttura costruita negli anni ‘30 interamente in cemento armato in opera. Veniva utilizzata come laboratorio  di falegnameria e negli ultimi anni aveva ospitato scenografie, oggetti ed arredi di scena del teatro Municipale. Proprio per le sue caratteristiche costruttive il lavoro di consolidamento sarà impegnativo ed economicamente dispendioso. L’edificio è di proprietà del Comune ma era stato dato in uso alla Provincia che però non può accedere ai fondi del Pnrr. Dunque tornerà nelle disponibilità dell’amministrazione comunale nella speranza di poter intercettare fondi statali per il suo restauro. La parte superiore potrebbe diventare uno spazio museale. Intanto si punta ad un utilizzo “temporaneo” per mostre o manifestazioni non permanenti per le quali, seguendo regole simili a quelle ad esempio di un concerto, è immaginabile una riapertura dell’enorme spazio alla cittadinanza.

 

La seconda parte della visita è stata invece dedicata alle ex Scuderie di Maria Luigia che ospiteranno il mercato coperto. In questo caso a spiegare l’antica funzione dell’edificio è stato il direttore dei Musei Civici di Piacenza Antonio Iommelli.

«In quest’area sorgeva il teatro. La struttura fu voluta da Odoardo Farnese e inaugurata nel 1646, Annus horribilis per Piacenza. Pochi, lo sottolineano, pochi lo sanno: Odoardo decise di inaugurare un teatro qui nel 46, perché in quell’anno morì la sorella, poi la madre e infine lo stesso Duca.  Quindi in realtà quel teatro in qualche modo doveva dare alla città una nuova vita. Un teatro che però non è stato proprio fortunato, perché poi sappiamo che in realtà ci fu un incendio sul finire del 700 e il teatro venne distrutto. Poi ci fu il passaggio di Napoleone. Con il governo napoleonico tutti i conventi qui intorno vennero dismessi per un motivo politico. Nei conventi c’era il vero  sapere e lui non voleva un potere così vicino. Qui dove ci troviamo adesso c’era parte di quelli degli alloggiamenti di San Sisto. Vennero trasformate in zone paramilitari. Poi sappiamo che la Maria Luigia vi creo le proprie scuderie. Allora le scuderie non erano come le immaginiamo ma erano per così dire “degne d ospitare la corte”. In alcuni casi vi erano addirittura affrescati i cavalli con i loro nomi perché venivano considerati famigliari  tutti gli effetti. Ecco perché questi luoghi sono di grande interesse anche dal punto di vista architettonico».

 

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