Un piacentino e i suoi complici esportavano Fentanyl in America e falsificavano monete svizzere (quasi perfette)

La guardia di Finanza di Piacenza ha arrestato 6 persone (1 è latitante). La droga veniva fabbricata in Cina ed inviata negli Usa (dove gli arresti sono stati 11). Le transazioni avvenivano in criptovalute

La Guardia di Finanza di Piacenza, nei giorni scorsi, nell’ambito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica, ha dato esecuzione a sette provvedimenti cautelari  (custodia in carcere) emessi dal Giudice per le Indagini preliminari nei confronti di altrettanti soggetti coinvolti, a vario titolo, in attività di traffico internazionale di stupefacenti, fabbricazione e immissione, sul mercato, di valuta contraffatta e riciclaggio.

Le attività di indagine sono partite da una segnalazione dell’ufficiale di collegamento della Drug Enforcement Administration (D.E.A.) presso l’ambasciata degli Stati Uniti d’America a Roma ed inoltrata attraverso la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (D.C.S.A.).

Secondo le informazioni un cinquantunenne, residente a Piacenza, G.M. era al centro di un vasto traffico di sostanze stupefacenti di tipo Fentanyl, provenienti dalla Cina e destinate al mercato americano.

Le indagini delle Fiamme Gialle hanno permesso di appurare la responsabilità del pluripregiudicato piacentino che, assumendo il ruolo di intermediario, acquistava lo stupefacente (droghe sintetiche dal basso costo ma dagli effetti devastanti) da smistare a vari acquirenti internazionali d’oltre oceano.

I finanzieri hanno potuto accertare come le innumerevoli spedizioni dei pacchetti contenenti la droga sintetica – intestati a mittenti non rintracciabili e indirizzati a destinatari americani dalle generalità fittizie – di fatto viaggiassero direttamente sulla rotta CINA-U.S.A.

Si è riusciti a risalire a circa 100 mila dosi confezionate per le singole consumazioni.

I pagamenti per le spedizioni di droga – dal valore complessivo di oltre 250 mila euro – avvenivano con l’utilizzo di criptovalute (Bitcoin).

Il piacentino – già implicato nel traffico internazionale di stupefacenti – era inoltre al vertice di un’organizzazione transnazionale dedita alla fabbricazione e all’immissione, sul mercato, di valuta contraffatta (in special modo in franchi svizzeri ed euro sia in monete sia in banconote) ed era in programma anche la falsificazione di dollari statunitensi.

Il pregiudicato aveva allestito, presso la propria abitazione, un laboratorio composto da stampanti, tornio, presse idrauliche, fornaci, crogioli per fusione e cliché per la realizzazione di monete dall’altissimo pregio qualitativo che, tramite l’ausilio di altri complici, italiani e stranieri, venivano portate in Svizzera, nascoste in doppi fondi delle auto on nelle batterie dei monopattini elettrici.

Una volta arrivate nel paese elvetico le monete false venivano poi immesse nel circuito legale attraverso l’utilizzo di macchine automatiche per le scommesse sportive o attraverso ATM bitcoin.

La riproduzione della valuta era talmente perfetta – per peso, calibratura e dimensioni – da sfuggire alle verifiche automatiche delle apparecchiature elettroniche.

La riconversione dei bitcoin in euro veniva poi affidata ad altri soggetti dell’Est Europa che, una volta conclusa l’operazione di riciclaggio, provvedevano alla restituzione, al falsario piacentino, della somma “ripulita” decurtata della percentuale del 7%.

Al termine delle indagini e sulla base del materiale probatorio raccolto, i finanzieri hanno proceduto all’esecuzione dei provvedimenti cautelari e a perquisizioni, disposte dall’autorità giudiziaria, che hanno interessato, oltre all’Emilia Romagna, anche la Lombardia e il Veneto.

Dei sette soggetti destinatari di ordinanza di custodia cautelare, cinque sono stati catturati nei giorni precedenti, uno è stato arrestato presso il valico di Basovizza (TS) ed uno, tuttora latitante, è stato inserito nel sistema informatico di cooperazione internazionale per l’ arresto. Le attività di polizia giudiziaria, eseguite in Italia, hanno consentito, inoltre, di sequestrare circa 300 mila euro in contanti, circa 26mila euro in bitcoin, 70 dispositivi informatici e 3 orologi di pregio, oltre a un immobile, con relative pertinenze, e a tutta la strumentazione usata per la contraffazione della valuta.

Le attività investigative effettuate negli Stati Uniti, attraverso 11 perquisizioni, hanno portato all’arresto di altrettanti soggetti e al sequestro di 2 chilogrammi di sostante stupefacenti sintetiche, di 1 chilogrammo di marijuana e armi.

Nell’ambito della cooperazione internazionale le operazioni effettuate in territorio italiano hanno visto la partecipazione – oltre al personale della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga di alcuni esponenti istituzionali americani e ad agenti della D.E.A. statunitense in veste di osservatori. Successivamente le attività operative si sono spostate in U.S.A. dove alcuni finanzieri del Reparto operante piacentino e appartenenti alla D.C.S.A. hanno preso parte, anch’essi in qualità di osservatori, alle operazioni di polizia condotte dai colleghi americani.

L’operazione è stata chiamata “Painkiller” poichè il Fentanyl (eroina sintetica) originariamente nasce come antidolorifico ma è ormai diventato una droga diffusissima negli Stati Uniti, con effetti devastanti sulle persone che l’assumono.

 

Publicità

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il commento
Inserisci il tuo nome