Non si ferma l’ascesa politica di Stefano Torre. Entrato nell’agone elettorale come possibile candidato sindaco di Bettola, l’eclettico imprenditore ha poi deciso di correre per la poltrona di sindaco di Piacenza. In pochi giorni è riuscito a raccogliere le firme necessarie ed ha presentato la sua lista. Ha mancato per una manciata di voti l’elezione in consiglio comunale ma si è guadagnato una crescente fama nazionale.
Ora l’uomo con la tuba più famoso del paese (dopo Paperon de Paperoni) ha deciso di candidarsi alla guida della penisola, giocando d’anticipo su possibili concorrenti quali Berlusconi e Renzi. Del resto, deve essersi detto, le mie promesse non sono poi molto più visionarie e mirabolanti di quelle dei due sopracitati concorrenti. Così h fondato il suo nuovo movimento: Torre Presidente – Prima italia.
Torre ormai non la ferma più nessuno?
La presidenza del Consiglio dei Ministri è ciò che mi ha interessato fin dall’inizio. Se fossi diventato sindaco di Piacenza avrei dovuto certamente dimettermi. E’ la strada che anche altri leader nazionali hanno scelto di seguire. Partire dal piccolo per arrivare poi a centrare il bersaglio grosso. La differenza fra me e gli altri è che io ho delle idee molto chiare, lungimiranti e visionarie. Alcune delle idee già proposte a Piacenza verranno rimesse in gioco per la campagna nazionale.
Quali fra le tante?
Il vulcano innanzitutto. Intendo stimolare ogni città a costruire il proprio vulcano, in modo da far diventare l’Italia la terra più vulcanica del mondo, con contributi a tutti in modo massiccio. Poi l’abolizione della morte. Penso che dovrà essere estesa a tutto il territorio nazionale così come la distribuzione di viagra.
Questa ce l’eravamo dimenticata ma come dovrebbe funzionare?
Verrebbe distribuito gratis a tutta la popolazione maschile al di sopra dei 55 anni perche, non potendo più morire, bisogna in qualche modo … divertirsi e il viagra … garantisce divertimento a vita.
Il vinodotto è scomparso dal programma?
Assolutamente no, anzi. Ci sarà un vinodotto nazionale che collegherà Milano con Palermo, raccogliendo il contributo di tutte le cantine che saranno a ridosso di quel tratto ma che poi si estenderà con un ramo da Bologna fino a Trieste e poi con un altro che partendo da Roma arriverà a Napoli e poi proseguirà verso la Sicilia da un lato e la Puglia dall’altro. In questo modo ci sarà una vera unità vincola nazionale, uno sharing etilico. Aprendo il rubinetto di casa potremo scegliere quale vino bere e sarà … stupendo ubriacarsi con questi vini.
Accanto a queste idee che traducono in chiave nazionale ciò che era stato pensato per il locale sto proponendo una serie di nuove idee che mi paiono adeguate.
Quali sono? Non ci lasci sulle spine.
Innanzitutto il matrimonio a tempo determinato, eventualmente rinnovabile. Basta con i casini per il divorzio e aggiungo anche basta con le famiglie unite e con i giuramenti a vita. Il matrimonio a tempo determinato garantirà la possibilità di scegliere, dopo due o tre anni, di mettersi assieme al proprio o alla propria amante oppure di continuare con la famiglia.
Questa è una dichiarazione di guerra al Vaticano.
Più che altro è una dichiarazione di guerra alla famiglia. Anzi ho una idea di famiglia allargata in cui rientrano anche gli animali domestici. Nei moduli di iscrizione scolastica oltre al genitore uno e al genitore due dovrà essere richiesto il cane uno o il gatto due, con relativa razza. Eventualmente pure il criceto tre. L’unico dubbio che ancora ho è se sia politicamente corretto chiedere la razza dell’animale.
Senta però un premier che si rispetti deve avere in mente anche una grande opera come l’alta velocità, il ponte sullo stretto.
In effetti ho una proposta di gran lunga migliore dei miei predecessori: la costruzione di un enorme viadotto fra Cagliari e Palermo per unire le due più grandi isole italiane. E’ molto, molto più lungo del ponte sullo stretto di Messina che citava lei e che i premier, negli ultimi vent’anni, hanno proposto, abiurato e riproposto.
Quindi un ponte fra le isole ma nessun collegamento con il continente?
Assolutamente. Il ponte sullo stretto è un non senso. E’ molto più logico collegare Sicilia e Sardegna.
E’ vero, come si vocifera, che lei si propone di abbattere il Colosseo.
Certamente. Verissimo. Non ha i bagni a norma. L’impianto elettrico è vetusto. Intendo partire con il Colosseo ma estendere l’abbattimento a tutti gli altri edifici non a norma in Italia. Sono tantissimi ed è giunto il momento di dire la parola fine.
Vuole cancellare le tracce della memoria storica un po’ come si dice voglia fare la presidente Boldrini?
No. Io voglio solo cancellare gli edifici non a norma. Le norme CEE sono importantissime e superano ogni altra considerazione circa gli edifici e la loro utilità.
Il Colosseo non serve assolutamente a niente se non viene messo a norma. Con il Colosseo in particolare io intendo comunque non semplicemente abbatterlo per cancellarlo ma ridargli nuova vita.
E come farebbe?
Userei i mattoni ricavati dalla demolizione per costruire un nuovo ponte tra Lampedusa e Tripoli in modo tale da finirla con questi barconi che trasportano gente. Facciamo un ponte e così abbiamo finito di avere piagnistei, morti, feriti, annegati e via discorrendo.
Questa in sintesi l’idea che ho per il paese. Un paese che sarà dinamico e iperattivo.
Si avvarrà ancora del supporto dei suoi amici potenti?
Certamente anche nella campagna nazionale interverranno a partire da Putin. Con l’armata rossa riusciremo a cancellare lestofanti, mariuoli e altri loschi figuri che si aggirano per le vie della città a spaventare la gente.
Nessuna guerra o invasione in vista?
Certo che si. Attaccheremo ed annienteremo San Marino perché non ha senso che esista una enclave in Italia come quella; si permette di fare scherzi fiscali, di essere un porto sicuro per operazioni finanziarie.
E poi le do anche una anticipazione: basta con il Canton Ticino.
Non lo sopporto da quando sono piccolo. Mi dispiace per la Svizzera ma perderà sicuramente un pezzo di territorio. Noi intendiamo attaccarlo, conquistarlo e imporre a loro di parlare un italiano un pochino più
Non so se lei si sia mai imbattuto in un telegiornale della televisione svizzera italiana; sembra di sentir parlare uno speaker di due secoli fa. Bisogna finirla. L’italiano ha bisogno di inglesismi, di far propri termini assolutamente avulsi e alloconi e di modernizzarsi distaccandosi completamente dal latino che, parliamoci chiaro, ha rotto le palle a tutti.
Sto pensando anche a qualcosa di forte per lo sport e ad una riforma elettorale finalmente chiara, semplice, certa.
Fra proporzionale con sbarramento o maggioritario secco lei che idea sposa?
Gliela spiego subito. Per potersi candidare alla Camera o al Senato introdurrò l’obbligo di chiamarsi Torre. In questo modo risparmierò ai presidenti dei due rami parlamentari (entrambi si chiameranno Torre) l’onere di dover imparare i cognomi di tutti i deputati e senatori. Sarà facile ricordarsi come si chiamano tutti.
Carlandrea Triscornia