Lega: “che fine hanno fatto i kit per lo screening del personale sanitario?”

"I test sierologici, pur essendo iniziati il 2 aprile, hanno subito riscontrato problemi legati alla consegna dei kit rapidi"

Che fine hanno fatto i kit per lo screening da coronavirus per il personale sanitario? Ci sono stati errori nella programmazione di tali test? A chiederlo, in un’interrogazione alla Giunta, sono Daniele Marchetti, primo firmatario, e Michele Facci (Lega).

“Dichiarazioni di fine marzo 2020- scrivono i due leghisti- informavano che la Regione era pronta a partire con lo screening di massa a tutto il personale sociosanitario dell’Emilia-Romagna mentre il 1° aprile era previsto l’arrivo dei primi 50 mila test sierologici e il 2 aprile sarebbe partita la prima batteria di prelievi, che dovevano essere effettuati al personale della sanità pubblica e privata convenzionata e a quello dei servizi socio-assistenziali dell’intero territorio regionale. Complessivamente, si parla di circa 100 mila persone, di cui oltre 60 mila solo nel sistema sanitario regionale pubblico”. Purtroppo, però, a detta dei leghisti “i test sierologici, pur essendo iniziati come indicato in data 2 aprile, hanno subito riscontrato problemi legati alla consegna dei kit rapidi. Per sopperire all’assenza dei kit rapidi i primi test sono stati fatti da sangue venoso per un quantitativo di almeno alcune migliaia: in questi ultimi giorni però, tutte le Aziende hanno ripreso ad utilizzare i test sierologici rapidi da sangue capillare e risulta che alcuni test sierologici programmati per operatori sanitari dell’Ausl di Bologna siano già stati sospesi, sembrerebbe per mancanza di reagenti”.

Da qui la richiesta di Marchetti e Facci alla Giunta per sapere “dove siano finiti i kit tanto sbandierati; se non fosse possibile continuare gli esami da sangue venoso; se alla luce dell’accaduto sia possibile ritenere che il motivo sia da ricollegarsi a qualche errore nella Programmazione”.

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