La via Francigena a Piacenza merita di più di un panino alla coppa

Il comitato Tratta Piacenza Vie Romee e via Francigena Italia pro Unesco, critica le scelte del Comune e chiede un vero brand di territorio unitario alto profilo

Via Francigena si candida a sito Unesco

Il Comitato Tratta Piacenza delle vie Romee e Francigena pro Unesco, attraverso il suo presidente Giampietro Comolli, ha diffuso un comunicato in cui critica il Comune di Piacenza per alcune scelte fatte in relazione alla via Francigena, scelte ritenute “i basso profilo”

«Il Comune di Piacenza ha presentato il brand “panino con la coppa” come simbolo della Via Francigena a Piacenza con il supporto della Associazione europea collegato ad un evento denominato Sosta&Gusta in collaborazione con alcune delle associazioni sindacali locali rappresentanti gli operatori economici commerciali e imprese agroalimentari.  Personalmente ho sempre sostenuto l’importanza delle tre Dop e delle Doc piacentine come un patrimonio locale importane, ma che c’azzecca – come brand – il panino?

Come Comitato “Tratta Piacenza” della via Francigena pro Unesco e delle Vie Romee piacentine oltre a non essere stato coinvolto e invitato dal Comune avevamo già in occasione dell’evento “Bernardo-Verdi-Dante” alla Basilica di Chiaravalle della Colomba il 16 agosto 2021 per i 20 anni di Avef presentato il “cibo” del pellegrino con un panino di salumi piacentini grazie alla collaborazione del salumificio Carlo Peveri di Chiaravalle,la presenza del sindaco di Alseno e altri sindaci, della Provincia di Piacenza (assessore Zilli) e con il contributo della Banca di Piacenza. 

La Francigena a Piacenza può essere un vero brand, Piacenza più di tutte le altre città padane (escludendo quelle toscane) ha una importanza strategica e strumentale lungo tutto il cammino di 3200 km, merita un marchio di alto profilo, identitario dell’intero luogo, non un normale panino anche se ottimo e stimolante e accattivante. Piacenza ha tutte le carte in regola per uscire dal “cul de sac” della solita gastronomia oramai infilata ovunque. Piacenza merita un altro profilo: come comitato avevamo pensato – ed era stato accolto con grande favore da molte imprese e da tanti piacentini presenti nel convento di santa Maria di Campagna – la proposta della Melagrana tagliata, rappresentante card e decumano, vie della città ricche di palazzi, monumenti, arte, cultura. Gli stessi operatori economici piacentini (albergatori, ristoratori, agriturismi, ostelli, B&B ecc..) avevano più volte indicato nelle strutture, infrastrutture, risoluzioni di criticità viarie cittadine e di percorso, mancanza di segnaletica e di supporti tecnici e digitali, totale assenza di un brand-marchio unico forte le vere criticità non superabili con corsi di formazione per operatori, con eventi di strada di basso profilo, con …panini! 

Il comitato Tratta Piacenza non vuole invadere il campo di altri: non è solo una questione di eventi turistici della città, occorre una strategia di marketing territoriale anche se il termine non è il migliore e il più consono. Piacenza non ha laghi e mare su cui invece punta la legge regionale del turismo, ma tanto paesaggio attrattivo, tante presenze e arrivi di assaggio, tanti italiani delle regioni limitrofe che risalgono le nostre vallate on tutti i mezzi partendo dal fiume Po. Solo 1500 pellegrini moderni firmano il registro di transito piacentino, mentre le province limitrofe dichiarano di avena 5000-6000. Dove perdiamo questi flussi ufficiali? Ci salviamo con camminatori solitari, gli escursionisti, gli appassionati di ciclopedonali, le famiglie con percorsi sui crinali che sono, ogni fine settimana, un numero impressionante: tutti alla ricerca di uno svago ma anche di servizi. Bisogna puntare su servizi.

Purtroppo come comitato non siamo mai invitati al tavolo riservato degli enti e delle istituzioni locali, eppure di interventi “tecnici e logistici” sono stati fatti come le cartine delle varianti che escludono tragitti pericolosi e l’ultimo depliant (già in fase di ristampa) distribuito a giugno presso le filiali della Banca di Piacenza e a tante associazioni che ne hanno fatto richiesta. Non siamo inattivi, anzi, forse proprio grazie alla nascita del “comitato” che tutti negli ultimi 3 anni si sono ricordati della Francigena Piacenza. Desideriamo denunciare questo fatto per rispetto e per informazione di tutti gli aderenti del comitato che ad oggi assomma 74 figure fra professionisti, singoli, sindaci, comuni della Diocesi Piacenza-Bobbio e diverse associazioni culturali, sportive, di arte, di sostegno ai più deboli, di camminatori, di appassionati di bicicletta, oltre a 127 esercenti di attività selezionati dal comitato nelle vallate dalla via Emilia ai passi appenninici di Cento Croci, Brattello, Tomarlo, Bocco che legano storia e cultura della pianura padana al mare. Già nel 2021 abbiamo proposto al Comune e alla Provincia di Piacenza, ufficialmente per iscritto e sostenuti da alcune interpellanze di consiglieri delegati, tre (3) fondamentali varianti al percorso ufficiale (oltre a quella di Roveleto e Cadeo) perchè la via Emilia pavese e parmense è pericolosa per chi cammina e allontana da Piacenza città migliaia di turisti e pellegrini. 

Per questo chiediamo più partecipazione, più coinvolgimento, più coordinamento fra cultura, turismo, territorio, ambiente perchè il tema “ francigena ed escursionismo” devono essere una strategia che merita un marchio territoriale di altro profilo, esclusivo, che racconti non lo street food o un singolo evento ma la storia millenaria della città, anche preromana, ben prima del 990 anno di Sigerico, per l’importanza del pane, olio, pesce, farine, carni, legumi che transitavano fra pianura padana e mare ligure e tirreno. Più che un evento, risolviamo le criticità vere e strutturali e creiamo un brand attrattivo anche sulla gastronomia e alimentazione.  Piacenza ha sempre considerato il cibo e la ospitalità come un segno concreto di aiuto e di pace fra popoli e per i pellegrini specialmente. La sede del segretariato mondiale dei premi Nobel della Pace ne è un segno concreto assoluto, come sostenuto da noi. Il comitato è solo un paladino vigile affinché non venga calpestata la identità geografica culturale “francigena” di Piacenza….come  invece più volte è successo con a “strana” cancellatura su cartine ufficiali pubblicate (esistono prove seriali)».

 

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