Il Tar dà ragione ai benzinai. Stop ai cartelloni con i prezzi medi

Soddisfazione da parte di Figisc Confcommercio  Piacenza per la sentenza del tribunale amministrativo che ha ritenuto illegittimo il decreto ministeriale dello scorso marzo

Soddisfazione anche in seno a Figisc Confcommercio  Piacenza, l’associazione che raggruppa i benzinai della nostra provincia, per la decisione odierna del Tar del Lazio. I giudici hanno bocciato il decreto emanato lo scorso 31 marzo dal ministero delle Imprese e del Made in Italy che imponeva ai benzinai di esporre un cartellone con i prezzi medi dei carburanti. Il dicastero aveva adottato il provvedimento sulla scia delle polemiche innescate da presunte speculazioni che avevano portato ad un rialzo dei prezzi alla pompa.

Figisc Confcommercio, insieme agli altri sindacati dei benzinai e ad alcuni esercenti, aveva presentato ricorso contro il provvedimento ritenuto illegittimo. Il tribunale amministrativo oggi ha dato loro ragione ed ha stabilito che essendo il decreto una norma e non un regolamento, non sono stati rispettati i necessari passaggi ossia la preventiva comunicazione alla presidenza del Consiglio dei ministri ed il parere preventivo del Consiglio di Stato. Il ministero da parte sua ha già preannunciato ricorso al Consiglio di Stato.

Antonio Pancotti, presidente a Figisc Confcommercio  Piacenza si dice contento per questo primo risultato ottenuto. «Abbiamo sempre ritenuto che si trattasse di una norma inutile ed anzi controproducente. Soprattutto poneva in carico ai gestori l’ennesima un’incombenza burocratica che, a nostro parere, anziché aiutare i consumatori generava gran confusione».

«Se lo scopo del Governo – sottolinea il direttore di Confcommercio Piacenza, Gian Luca Barbieri  – era quello di creare trasparenza aveva paradossalmente ottenuto l’effetto contrario e pochi erano in grado di interpretare il senso di quei cartelli. Con la decisione odierna si manda in soffitta, speriamo definitivamente, una norma mal concepita. Come era stato scritto nel ricorso l’esposizione del prezzo medio era “assolutamente inutile rispetto alle scelte di consumo degli utenti e non rappresentativo delle dinamiche concorrenziali del settore”».

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