I piacentini da gennaio pagano più care le soste ma il parcheggio in piazza Cittadella resta ancora “un miraggio”

Conferenza stampa di Fratelli d'Italia per sottolineare l'anomalia di una situazione in cui il concessionario incassa tariffe più alte per compensare maggiori costi di un cantiere che non è ancora partito

Dopo la foto simbolica in piazza Cittadella con una sveglia in mano a esplicitare la necessità “di darsi una mossa” sul futuro dell’area, oggi i consiglieri comunali di Fratelli d’Italia sono tornati ad affrontare il tema del parcheggio, ma non solo, in una conferenza stampa convocata in Municipio, presenti la capogruppo Sara Soresi, Gloria Zanardi e Nicola Domeneghetti.

Il tema su cui il gruppo consigliare ha puntato di nuovo l’attenzione è quello del parcheggio sotterraneo che la Gps Global Parking Solutions S.p.a. dovrebbe realizzare davanti a palazzo Farnese. Un’opera che venne messa in pista nel 2012 dall’amministrazione guidata da Roberto Reggi e che, a distanza di dodici anni, rimane ancora solo ed esclusivamente confinata sulla carta.

A fronte dell’aumento incontrollato dei costi di costruzione – provocati dal Bonus del 110% – la ditta appaltante aveva ottenuto dalla giunta Tarasconi una revisione del Piano Tariffario proprio per compensare questa lievitazione di prezzi

Le nuove tariffe però sono scattate ad inizio 2024, ben prima che una qualunque ruspa incominciasse a scavare. Anche perché la vicenda delle garanzie bancarie che l’azienda dovrebbe presentare al Comune non è ad oggi conclusa e si sta trascinando fra una proroga e l’altra.

«Insomma – ha sottolineato Sara Soresii cittadini stanno pagando per qualcosa che non si sta facendo. E anche se i lavori dovessero partire tra un mese (cosa che reputo difficile) i piacentini, fino a quel momento, avrebbero comunque pagato tariffe maggiorate per niente. E allora ci siamo domandati: tutto questo è legittimo? Sussiste ancora l’interesse pubblico? E’ legittimo far gravare sui cittadini costi maggiori quando l’altro contraente non adempie agli obblighi che hanno giustificato questi aumenti?».

L’avvocato Soresi si è chiesta se sia legittimo che «l’aumento delle tariffe non sia stato subordinato al pagamento dei canoni riferibili all’annualità 2023 e o alla consegna delle certificazioni attestanti il finanziamento bancario».

Interrogativi che, a giudizio dei consiglieri di Fratelli d’Italia, andrebbero posti “a tutela prima di tutto dell’Ente e anche dei piacentini” all’Ente a ciò preposto, ossia la Corte dei Conti.

Poiché gli unici legittimati a richiedere il parere della Corte dei Conti sono il Consiglio delle autonomie locali, il Sindaco, il Commissario Prefettizio che esercita le funzioni del Sindaco ed il Consiglio Comunale tramite del Presidente del Consiglio i consiglieri del partito della Meloni hanno predisposto una richiesta affinché il Presidente del Consiglio richieda un parere alla Corte dei Conti circa la legittimità del contenuto dell’Atto Aggiuntivo”.

Non sarà facile però che l’iniziativa vada in porto poiché la richiesta di parere della Corte dei Conti deve essere firmata da tutti i consiglieri, compresi quelli di maggioranza. Da qui un appello che è stato lanciato oggi in conferenza stampa.

«Ci rendiamo conto – ha detto Soresi – che maggioranza e minoranza sono spesso divise su molti temi, compreso quello di Piazza Cittadella. Penso però anche che – in quanto Consiglieri Comunali – tutti abbiamo a cuore l’interesse di Piacenza e dei Piacentini e tutti dovremmo avere interesse affinché sia riconosciuta da un Ente terzo la legittimità di quanto sta avvenendo. Quindi, al di là dell’appartenenza politica, spero che i Consiglieri possano sottoscrivere questa richiesta formale, nell’interesse di tutti».

«Anche perché – ha detto la capogruppo FdI- stiamo facendo affidamento – per la realizzazione di un’opera così grande ed importante – su una società che – ad oggi – è morosa (ancora) nei confronti del Comune di Piacenza».

I capogruppo di maggioranza, riguardo alla Corte dei Conti, al momento avrebbero manifestato totale chiusura.

Del tema morosità della azienda che gestisce i parcheggi ha parlato la consigliera Gloria Zanardi.

Secondo quanto ha affermato, in seguito ad un accesso agli atti da lei richiesto, risulterebbe che il concessionario non avrebbe versato nemmeno il canone 2023, nonostante l’invio del bollettino pagoPA da parte del Comune. «A dicembre 2023, nel frattempo, il concessionario ha maturato nei confronti del Comune di Piacenza, un ulteriore debito pari ad Euro 1.037.000,00 (850.000 + IVA) a titolo di canone per l’anno 2023 che, nel rispetto di quanto previsto dal contratto di concessione del 2012 (punto 23.4) avrebbe dovuto essere saldato entro il termine dell’annualità di riferimento, dunque il 31.12.2023».

L’avvocato Zanardi ha sottolineato quella che ritiene un’anomalia «da un lato un concessionario incassa i ticket della sosta dal 2012 (con aumento delle tariffe da gennaio 2024) senza dimenticare che in caso di mancato pagamento del ticket da parte dell’utenza incassa anche un surplus della cosiddetta “doppia multa”. Dall’altro, con disinvoltura, non adempie alle obbligazioni a suo carico. Non stiamo giocando a carte. Stiamo parlando di una pratica importantissima per la nostra città!».

Il tutto ha ricordato l’esponente di Fratelli d’Italia «con il Comune che non si vede arrivare nei termini concordati le certificazioni bancarie, a cui non vengono versati regolarmente i canoni da anni (20, 21, 22 ridotti e stralciati – 2023 non pervenuto), che pare che non possa beneficiare di penali in caso di omesso o ritardato pagamento dei canoni stessi perché nel contratto del 2012 sembra nulla si dica e nell’addendum – che doveva andare a colmare le lacune del primo – nemmeno». Su questo tema era già stata depositata un’interrogazione a dicembre 2022.

Insomma Gloria Zanardi ha evidenziato come ci sia un’assoluta asimmetria fra un concessionario che parrebbe non pagare dazio né per il ritardo nel presentare garanzie bancarie né per il pagamento ritardato dei canoni ed i piacentini che invece se lasciano la macchina in sosta per qualche minuto in più del previsto si ritrovano non una ma due “multe” sul parabrezza.

Nel suo intervento il consigliere Nicola Domeneghetti ha invece affrontato altri temi ed ha attaccato con parole dure il sindaco di Piacenza e la sua Giunta che a suo giudizio vivrebbero le discussioni in consiglio comunale non come espressione democratica del dibattito politico locale ma come “eterne liturgie”.

«La capigruppo della scorsa settimana – ha detto Domeneghetti – convocata dalla minoranza, ha deciso, con i voti della maggioranza, di non convocare il consiglio comunale di lunedì scorso. Le ragioni della maggioranza sarebbero da ricercare nel contenimento della spesa dei consigli comunali. Questo dopo aver provato in tutti i modi ad aumentare il gettone di presenza dei consiglieri. Adesso invece la maggioranza vuole risparmiare sulla convocazione dei consigli comunali dove si dovrebbero trattare le istanze dei cittadini?».

Una decisione che il consigliere di Fratelli d’Italia definisce assurda «visto l’elenco degli atti ispettivi in arretrato dall’agosto del 2022. Ciò che è istituzionalmente scorretto è la calendarizzazione di atti ispettivi e d’indirizzo recentissimi, protocollati dalla maggioranza. Atti puramente propagandistici, spesso per attaccare pretestuosamente il Governo Meloni e che non sono utili al la cittadinanza, ma che tolgono spazio alla voce della minoranza, scavalcata nell’ordine cronologico di protocollo di presentazione. L’abbiamo visto anche recentemente in Consiglio dove atti d’indirizzo della maggioranza, datati febbraio 2024, sono stati calendarizzati prima di quelli della minoranza datati agosto 2022. Si trattava di atti inutili e propagandistici, come la mozione sul contenimento del consumo di suolo già previsto della legge regionale, o la risoluzione sul conflitto medio orientale, già superata dalla mozione approvata in Parlamento».

Domeneghetti ha poi lanciato un affondo pesante contro il sindaco «Un’arroganza in tipico stile Tarasconi: lei deve governare e tollera malamente quelle che a inizio mandato ha definito “eterne liturgie”, riferendosi alle discussioni in consiglio comunale. A detta dell’assessore Fiazza il consiglio non sarebbe stato convocato anche perché la Giunta deve lavorare … poco importa se le istanze dei cittadini giacciono da quasi due anni! L’arroganza del sindaco e della Giunta lo si vede quotidianamente: se ci sono i topi per strada è colpa dei residenti e dei pubblici esercizi che lasciano i rifiuti fuori dai cassonetti. Se i marciapiedi sono inzaccherati dalle deiezioni dei cani è colpa dei padroni che non puliscono. Se al Petit Hotel ci sono problemi andati alla ribalta delle cronache nazionali è colpa della Soresi … se il Lidl sta facendo pagare il parcheggio, è colpa dell’amministrazione Barbieri. Si dica alla città che l’accordo col privato era già pronto, bastava deliberare. Ancora, se l’organico forze dell’ordine è sottodimensionato è colpa del governo Meloni, quando invece fu l’ex ministro Madia del a tagliare 10 mila unità… Sarebbe meglio che il sindaco pensasse a risolvere i problemi invece di ribaltarli alla cittadinanza, alla minoranza e al governo centrale».

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