Foti (FdI): “Uno strano concorso regionale in cui i dirigenti vengono giudicati dai sottoposti”

 L'on. Tommaso Foti interviene a proposito di "una selezione indetta dalla Regione Emilia-Romagna per la creazione di un elenco dal quale individuare le figure dei direttori generali"

Il parlamentare piacentino Tommaso Foti, che prima di tornare in parlamento è stato per svariati anni anche consigliere regionale, interviene a proposito di un concorso per dirigenti indetto dalla Regione Emilia Romagna.

«Cosa succede alla Regione Emilia-Romagna che nel cuor mi sta dopo che per anni ho potuto toccare con mano, da consigliere regionale d’opposizione, la serietà e l’abnegazione dei tanti impiegati che svolgono il proprio lavoro all’ombra del Presidente della Giunta Stefano Bonaccini e del suo staff di fedelissimi?

In una notizia pubblicata sul sito internet di Affari Italiani si legge di una strana selezione indetta dalla Regione Emilia-Romagna per la creazione di un elenco dal quale individuare le figure dei direttori generali; i supermanager/superburocrati chiamati a guidare la macchina amministrativa al livello più alto. Quel cuore pulsante, cioè, da sempre elogiato dal Presidente Bonaccini nella creazione del “fortino Emilia-Romagna”. 

Cosa ci sarà di strano, quindi, in un articolo firmato da Antonio Amorosi, l’ex Assessore alla casa del Comune felsineo ai tempi di Cofferati che se ne andò sbattendo la porta dopo aver denunciato una vera e propria affittopoli delle case comunali?

Nulla se si eccettua il fatto che in questo concorso, a cui partecipano sia l’attuale Direttore Generale della Regione, con specifiche deleghe alle risorse umane e al personale Francesco Raphael Frieri che il Direttore Generale dell’Assemblea legislativa Leonardo Draghetti, i comandanti saranno giudicati dai propri sottoposti. 

Eh già, nella regione rossa che grazie a Bonaccini ha riaffermato la propria superiorità morale ed amministrativa rispetto al resto del mondo, nella Regione che non sbaglia mai (e se lo fa è per colpa di banali sviste del tutto veniali), nel territorio dove tutti sono eguali (salvo alcuni che lo sono più di altri), dove ogni problema è risolto prima che si palesi, capitano queste imbarazzanti stranezze.

Ora, sono assolutamente convinto che il Presidente Bonaccini nulla sapesse di questo strano concorso dove, per fare una banale analogia con l’ambito e la catena di comando militare, un capitano è chiamato ad esprimere un giudizio di idoneità sul proprio generale comandante.

Per carità, lungi da me sospettare qualcosa, Bonaccini è il capo, il leader, l’uomo che ha saputo battere le destre che minavano pericolosamente il perfettissimo modo di vivere emiliano. Bonaccini è il baricentro, la chiave di volta di uno schieramento talmente tanto variegato quanto perfetto nella sua armonia e chiarezza d’intenti. Non ho quindi dubbio alcuno che la procedura sia solidissima e lungi da me porre dei dubbi sulle qualità di Frieri, Draghetti o di Andrea Orlando (Capo di Gabinetto del Presidente Bonaccini ed anche lui partecipante alla selezione dopo un’iniziale esclusione), ma trovo quanto meno singolare che almeno uno dei giocatori sia colui che ha contribuito a scrivere le regole e addirittura le ha avallate conferendo al procedimento uno specifico parere di regolarità amministrativa. 

Parlando di responsabilità politiche e lasciando alla Procura della Repubblica o alla Corte dei Conti ogni ulteriore giudizio su questo “meraviglioso” intreccio di superdirigenti (divenuti tali non per concorso ma per nomina fiduciaria) che fanno partire una procedura di tale livello per poi “estraniarsi” temporaneamente (nominando però il proprio sostituto) e finendo per essere giudicati da un proprio sottoposto, mi chiedo come mai Bonaccini, che sa sempre tutto e che interviene sempre su tutto, non abbia trovato una persona un po’ meno “psicologicamente compromessa” del dirigente Cristiano Annovi su oltre 3600 dipendenti regionali. Molto probabilmente si tratta quindi di una congiura di palazzo, sono certo che Bonaccini nulla sapesse di tutto ciò, altrimenti avrebbe preso il toro per le corna e, come accaduto per la recente legge sulla rigenerazione urbana dove ha preteso che la sua maggioranza votasse contro tre articoli proposti proprio da lui e dalla solerte Assessore Barbara Lori solo perché tre giornali avevano avanzato qualche dubbio sulle reali intenzioni di un provvedimento che avrebbe dovuto recepire in ottica regionale il superbonus edilizio, e non avrebbe mancato di mandare all’aria il tavolo per riscrivere la selezione con norme eticamente più solide. 

Ho aspettato minuti, ore, giorni per un comunicato di smentita o l’annuncio di querela per diffamazione ai danni del giornalista Amoroso, ma nulla è accaduto. Noto anzi un imbarazzato silenzio che proprio non riesco ad associare alla figura del Presidente della Regione Emilia-Romagna. Eppure credo che dovrebbe prendersi qualche minuto per ragionare in maniera approfondita su quanto sta accadendo. Non perché debba una risposta a me e neppure ad un altro esponente di opposizione o di maggioranza.

No, molto più banalmente credo che lo debba alle cittadine e ai cittadini della sua e mia Regione. Gente che chiede, come me del resto, non solo il rispetto delle regole formali, ma pretende che la “locomotiva del Paese” mostri sempre e comunque, soprattutto nel suo ceto politico, un’etica realmente superiore nei fatti».

 

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