Perché non è stata attivata la prima elementare a Quarto? Le spiegazioni del sindaco Balestrieri

Il Sindaco del Comune di Gossolengo Andrea Balestrieri in un comunicato suddiviso in dieci punti cerca di fare chiarezza sulla vicenda della mancata attivazione della classe prima della Scuola Primaria di Quarto, delineando le responsabilità dei vari soggetti coinvolti e spiegando quanto ha fatto e farà in merito l’Amministrazione.

 

«Leggo, non senza un certo disappunto, che la minoranza consiliare come al solito anziché proporre all’Amministrazione che ho l’onore di rappresentare critiche costruttive, continua nella sua polemica sterile con riguardo alla mancata attivazione della classe prima di Quarto, sostenendo che non si sia fatto abbastanza e soprattutto che ci sia mossi tardi.
Con l’obiettivo di fare chiarezza sull’accaduto, sui ruoli e sulle responsabilità, sul lavoro fatto dall’Amministrazione Comunale e dai tanti soggetti coinvolti, vorrei ripercorrere, in 10 domande e relative risposte, le tappe che hanno portato l’Ufficio Scolastico a non attivare la classe, affinchè i cittadini conoscano la corretta narrazione e non la strumentalizzazione che ne fa – e ne ha fatto purtroppo – la politica.

A Quarto non partirà la prima classe della scuola primaria nell’anno scolastico 23/24 per insufficiente numero di alunni per poterla attivare.

1)    Da cosa e da chi dipende?

Innanzitutto va chiarito che la norma nazionale, precisamente il DPR 81/2009 all’art.10 – comma 1 – stabilisce in maniera inequivocabile che le classi di scuola primaria non possono essere formate se il numero degli iscritti è inferiore a 15 unità e non prevede, in ambiti territoriali con le caratteristiche di Quarto, possibilità di deroga.
Chi vigila e ha il compito di far rispettare questa norma è l’Ufficio Scolastico Provinciale che è l’organo monocratico per la determinazione e formazione delle classi stesse e l’assegnazione del personale scolastico.

2)    Era prevedibile questa situazione?

NO. E’ stata inaspettata anche per noi. Ogni anno scolastico è diverso dall’altro e ogni anno ha le proprie dinamiche e specificità, legate ad una variabile: le famiglie con i loro desideri, bisogni e necessità e che hanno diritto di poter eseguire la propria scelta in autonomia. Non è possibile sapere le scelte delle famiglie prima della chiusura delle iscrizioni che sono online sul sito ministeriale (cui il Comune non ha accesso) e che si chiudono il 31 gennaio. Faccio un esempio. Le bambine e i bambini che, secondo l’anno di nascita – il 2017 – e la residenza a Quarto, avrebbero dovuto effettuare l’iscrizione a gennaio scorso erano 12, di cui 6 sotto il Comune di Gossolengo e 6 sotto il Comune di Piacenza. Se i genitori avessero iscritto tutti alla scuola primaria di Quarto la classe, nonostante il numero
inferiore al minimo previsto ex lege, sarebbe stata autorizzata perché la differenza era di poche unità esarebbe prevalso l’interesse delle famiglie alla continuità didattica ed alla  vicinanza al plesso scolastico di riferimento. Purtroppo la scelta delle famiglie è stata diversa e solo cinque bambini obbligati e un anticipatario sono stati iscritti

3)    Dove sono finiti gli altri bambini?

Altrove. Hanno scelto altre scuole a tempo normale e tempo pieno, come loro facoltà e diritto.

4) Alle 6 famiglie che hanno inserito Quarto come prima scelta, quando e cosa è stato comunicato?
La chiusura delle iscrizioni è avvenuta il 31/1. Immediatamente dopo la Dirigente ha effettuato la comunicazione dei primi dati all’Amministrazione Comunale e le famiglie sono state avvisate personalmente dalla stessa Dirigente. Come Amministrazione ci siamo subito messi a disposizione per incontrare il Dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale ed abbiamo preso contatto con il Comune di Piacenza nel cui territorio risiedono 4 dei 6 bambini iscritti alla prima classe di Quarto. Il 28 febbraio ho incontrato, unitamente all’Assessore Alberti e all’Assessore Dadati di Piacenza ed alla Dirigente Scolastica, il Dirigente
dell’USP il quale ci ha confermato, in mancanza di ulteriori iscrizioni, l’impossibilità di attivare la classe. Negli incontri che ci sono stati con le insegnanti di tutto il plesso e le famiglie dei futuri iscritti alla scuola di Quarto, abbiamo fatto presente che l’Amministrazione Comunale avrebbe fatto in modo di attivare, se ci fosse stata richiesta da un numero sufficiente di genitori, sia il servizio mensa per il venerdì che il servizio educativo sempre il venerdì pomeriggio nonché il servizio di trasporto in collaborazione con il Comune di Piacenza.
La Dirigente ha contattato personalmente tutte le famiglie di Quarto che avevano indicato come prima scelta una scuola diversa dalla primaria di Quarto offrendo la disponibilità ad effettuare l’iscrizione presso il plesso di Quarto ricevendo, tuttavia, risposta negativa.

Sono stati, inoltre, contattati i Dirigenti di quei plessi che si trovano nelle vicinanze di Quarto affinchè potessero far presente alle famiglie di quelle classi prime numerose che avrebbero potuto trovare accoglienza nella piccola scuola di Quarto.
5) Possono il Dirigente Scolastico, il Comune o il Provveditore (Dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale) spostare altri bambini d’ufficio per poter attivare una classe a rischio numerico?
NO. Non può farlo nessuno dei 3. Nemmeno ad iscrizioni aperte o appena chiuse, perchè lo Stato tutela il diritto allo studio e ci sono delle norme di riferimento da seguire e rispettare. Influenzare o dirottare la scelta durante o dopo i termini delle iscrizioni, chiamando le famiglie o facendo “campagna acquisti” da parte delle Istituzioni, potrebbe essere impugnato dalle famiglie e/o addirittura dichiarato danno erariale. Sono stati organizzati incontri con i genitori per ribadire a tutte le famiglie l’importanza e anche il
riconosciuto valore di natura sociale, ambientale e scolastico della scelta della propria scuola di stradario. In esito a questi incontri alcuni genitori avevano manifestato la disponibilità a trasferire i propri figli da altri plessi ed avrebbero dovuto effettuare l’iscrizione attraverso la piattaforma ministeriale, chiedendo poi il nulla osta alle scuole di provenienza. Si trattava di almeno altri 5 bambini che avrebbero potuto consentire
l’avvio della classe. Tuttavia l’intenzione di queste famiglie non si è poi concretizzata con le formalità necessarie ed il numero di iscritti è rimasto invariato. La Dirigente ha, in accordo con le docenti, manifestato la disponibilità, mantenendo invariato l’organico – e dunque senza oneri aggiuntivi per il Ministero – di utilizzare il monte ore disponibile ripartendolo tra le classi in modo da coprire anche una prima classe a
numero ridotto ma anche tale soluzione non ha trovato il consenso dell’Ufficio Scolastico.

6) Era possibile una pluriclasse?

La normativa nazionale che ho richiamato prima stabilisce la possibilità di accorpare due classi purchè siano costituite da non meno di 8 e non più di 18 bambini. Nel caso di Quarto l’accorpamento della futura prima con la seconda avrebbe comportato un numero superiore al massimo consentito e l’Ufficio Scolastico non l’ha autorizzata.

7) Quali investimenti ha fatto il Comune sulla scuola di Quarto?
Per il plesso di Quarto dal 2012 (anno della realizzazione, in collaborazione con il Comune di Piacenza, della palestra a servizio della Scuola e della cittadinanza tutta) sono stati investiti diverse centinaia di migliaia di Euro. Importanti opere di messa in sicurezza del plesso sono state effettuate anche nell’ultimo anno relative alla risistemazione della mensa e del locale caldaia. Questo a testimonianza dell’attenzione che anche la
mia amministrazione – come le precedenti – ha riservato al plesso. Le pare che se la volontà
dell’amministrazione comunale fosse quella di far chiudere la scuola di Quarto avremmo deciso di effettuare investimenti su tale immobile?

8) E’ possibile fare delle classi meno affollate e distribuire in maniera equa i bambini su tutte le scuole, per poterle tenere tutte attive e avere numeri ridotti?

NO. Come trasmesso dalla circolare n.20651 del 12 Novembre 2020 del MIUR è compito del dirigente scolastico individuare il numero massimo di iscrizioni che potranno essere accolte, in ragione delle risorse di organico – che vengono determinate dall’Ufficio Scolastico – nonchè del numero e della capienza delle aule e degli spazi disponibili.

9) La scuola di Quarto quindi adesso chiuderà?

NO. Naturalmente la non attivazione della prima a Quarto non avrà conseguenze per le altre classi presenti nella stessa scuola che proseguiranno in quella sede il loro percorso scolastico.
Non si perderanno posti di lavoro perché le insegnanti sono assegnate all’istituto comprensivo e non al singolo plesso, per cui continueranno comunque il loro prezioso lavoro all’interno del nostro territorio.

10) Cosa farà l’Amministrazione Comunale per scongiurare che in futuro possa ripetersi la situazione?

Abbiamo effettuato un sondaggio tra le famiglie del plesso di Quarto per verificare l’esigenza di servizi aggiuntivi ed è emerso che per almeno 20 alunni viene richiesta la mensa ed il doposcuola il venerdì pomeriggio sicchè sin dall’avvio del prossimo anno scolastico questi servizi saranno attivati, sulla falsariga di quanto già avviene a Gossolengo con il “Pigrillo” del venerdì. L’aggiunta di questi servizi dovrebbe riuscire a rendere maggiormente “attrattiva” l’offerta formativa – che è già qualificatissima – del plesso. E’ evidente che c’è, anche a livello nazionale, un calo demografico di cui nemmeno il territorio di Gossolengo – che pure ha visto crescere sempre il numero delle famiglie giovani che vi si trasferivano – è rimasto indenne, tanto che la stessa scuola primaria del capoluogo ha perso una classe prima nel prossimo anno scolastico. I numeri futuri, quindi, non fanno ben sperare. Anche a Quarto i prossimi anni non si preannunciano positivi con possibili 6 iscritti nell’a.s. 24/25 e 2 nel 25/26. Credo che, oltre a politiche attive di sostegno alla genitorialità, sarà necessaria una modifica legislativa che preveda in futuro l’allungamento dei tempi della didattica per venire incontro alle necessità lavorative delle famiglie e la  diminuzione del numero di alunni per classe per consentire di superare il problema del calo demografico ed avere una
didattica più attenta alle esigenze di ogni singolo alunno.
Nella speranza di aver chiarito ai cittadini ed alle famiglie ruoli e responsabilità con riguardo al “affaire” Scuola di Quarto, mi viene ora spontanea una domanda che vi chiederei di rivolgere alla minoranza di “Insieme per Gossolengo”:

11) cos’altro avrebbe dovuto fare l’Amministrazione Comunale, rispetto a quanto messo in campo, per consentire l’avvio della classe prima di Quarto?

Il “benaltrismo” pare essere lo sport praticato dalle minoranze politiche di tutto il mondo ma quando si chiede di declinarlo in azioni concrete ci si accorge che spesso non si va oltre la propaganda e gli spot elettorali».

 

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