Confagricoltura Piacenza: “Giù le mani da Terrepadane”

 L'associazione degli agricoltori torna a prendere posizione sulla vicenda del consorzio agrario

“Abbiamo ritenuto di non replicare direttamente a chi ci ha accusato di assenteismo sulla vicenda del consorzio Terrepadane perché quelle parole dovevano riecheggiare nella testa della gente della nostra terra e arrivare allo stomaco senza essere arginate” – così Confagricoltura Piacenza intervie ora a distanza di una decina di giorni dalla rielezione del Cda della cooperativa.

Elezioni che hanno visto confluire in sala Bertonazzi al quarto piano del Palazzo dell’Agricoltura centinaia di soci di Confagricoltura Piacenza che sono acquirenti di prodotti e fruitori di servizi di Terrepadane e che dunque legittimamente si sono recati al voto il 4 luglio, giorno del Patrono in città e tempo di intenso lavoro nei campi.

Quanto al prendere posizione, alla vigilia del voto, con i riflettori puntati sull’assemblea generale dell’Associazione il presidente di Confagricoltura Piacenza, Filippo Gasparini, aveva dichiarato in Assise: “Martedì 4 luglio, è prevista l’assemblea elettiva del Consorzio Terrepadane. La nostra è una chiamata alle armi per esercitare un voto consapevole, dopo le dimissioni in blocco del Consiglio d’amministrazione della cooperativa, che avevano come obiettivo evitare un commissariamento immotivato. Siamo e saremo in prima linea per impedire che i sacrifici dei nostri padri e dei nostri nonni, che hanno voluto e fatto crescere il Consorzio agrario, vengano fatti confluire in un carrozzone lontano dalle esigenze del territorio”.

Sono due anni che Confagricoltura Piacenza ribadisce questa posizione con tutta la voce e con tutto l’impegno che possiede, ossia incoraggiando i propri associati al protagonismo legittimo, alla partecipazione attiva alla vita cooperativa di Terrepadane. “Confagricoltura non si sostituisce agli agricoltori, ne tutela gli interessi e ne difende la volontà, la nostra posizione è cristallina” – ricorda il presidente Gasparini.

A chi avesse difficoltà a ricordare l’Associazione degli imprenditori agricoli rammenta inoltre che il contenzioso ha origine dalle elezioni del 2021 quando la lista che voleva l’entrata di Terrepadane in Consorzi Agrari d’Italia (Cai) perse le elezioni contro l’altra costituita da associati che pur senza precludere nulla pretendevano di valutare meglio, essendo la cooperativa piacentina ottimamente performante e strategica per l’agricoltura del territorio e non solo. Dallo spoglio delle schede, seguendo quanto prevede lo Statuto della società cooperativa, furono esclusi oltre 400 voti espressi per procura favorevoli alla lista che voleva l’annessione a Cai, che così perse le elezioni. I voti contestati in quelle elezioni – rimarca Confagricoltura Piacenza – erano stati tutti espressi con procura e con una modalità quanto meno singolare. Sembra strano che oltre 400 persone avessero tutte un impedimento a recarsi alle urne, mentre avevano potuto tutte recarsi in pochi punti di raccoglimento deleghe. Una procedura insolita per chi vuole votare liberamente ed evitare il sospetto di un voto quantomeno imposto. I voti esclusi riguardavano poi in buona parte, così si legge da quanto reso noto, associati che avevano aderito alla cooperativa proprio in vista delle elezioni ma che negli anni non erano stati fruitori di servizi o acquirenti dei beni venduti da Terrepadane. Differentemente, alle elezioni del 4 luglio 700 soci di Terrepadane, un numero pari al 53% del capitale sociale del Consorzio agrario, che riunisce quelli di Piacenza, Milano, Lodi e Pavia, hanno riconfermato piena fiducia al Consiglio di amministrazione dimissionario. Insomma un plebiscito con piena e libera partecipazione che dice chiaramente da che parte vuole andare la cooperativa e mette una pietra tombale su eventuali perduranti dubbi legati all’esito della precedente tornata elettorale.

“La cronistoria della battaglia legale è articolata e non conclusa – dichiara Gasparini – noi vogliamo essere fiduciosi nella giustizia e in questo Paese e non vediamo per quale motivo questa debba tramutarsi in una triste pagina dove i giochi di potere e le promesse passano sopra alle teste di chi lavora determinandone la sorte.  Chiediamo che la cooperativa resti a chi ha contribuito a farla crescere e ne usufruisce: all’agricoltura del territorio di cui Terrepadane ne è al contempo utile strumento e felice espressione. Rappresentiamo l’agricoltura più avanzata del paese e Terrepadane fa parte della nostra storia, del nostro presente e pretendiamo che gli agricoltori del territorio e nessun altro ne abbiano l’egida anche in futuro. Chiediamo alla Politica e alle Istituzioni di agire nel rispetto delle leggi e soprattutto secondo coscienza avendo in mente e a cuore il bene di un territorio”.

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