Il commissario straordinario Ausl Baldino in visita alle cliniche Piacenza e Sant’Antonino

Il commissario straordinario dell’Ausl di Piacenza ha sempre difeso strenuamente il rapporto fra l’azienda sanitaria locale e le cliniche private di Piacenza. Anche nel momento in cui su varie testate nazionali venivano sollevati interrogativi sulla gestione dell’emergenza Coronavirus da parte delle strutture private,  Baldino – attraverso due comunicati stampa- ha speso parole di gratitudine in particolare nei confronti delle cliniche del gruppo Sanna.

Proprio sulla base di due articoli di Selvaggia Lucarelli e del servizio di Report la Procura della Repubblica di Piacenza avrebbe aperto, circa una settimana fa, un fascicolo di indagine (senza al momento ipotesi di reato né indagati). Un’indagine conoscitiva per capire se le ipotesi giornalistiche avessero o meno fondamento e se vi siano stati comportamenti penalmente perseguibili da parte di qualcuno.

Coerentemente con la linea fin qui adottata, nella giornata odierna lo stesso Baldino (accompagnato dal direttore sanitario Pedrazzini) ha fatto visita alle case di cura Piacenza e Sant’Antonino per fare il bilancio di un mese di sinergia e non ha lesinato elogi alle cliniche ricordando che presso la Casa di cura Piacenza, in poco più di un mese sono stati effettuati 155 interventi chirurgici e sono stati visitati al Pronto Soccorso traumatologico (anche pediatrico) poco meno di 300 pazienti .

Dopo la visita alla clinica di via Morigi Baldino e Pedrazzini si sono recati anche alla casa di cura Sant’Antonino.

La direzione Auls sta infatti incontrando il personale di tutti gli ospedali del territorio e le case di cura private che hanno gestito posti letto dedicati durante l’emergenza Covid-19. Baldino ha già visitato i presidi di Castel San Giovanni e Fiorenzuola.

«Le strutture private accreditate del territorio – ha detto Baldino – si sono fin da subito messe a disposizione del sistema pubblico regionale, dimostrando grande spirito di servizio e sensibilità. Complessivamente le case di cura, con il loro apporto, ci hanno permesso di avere a disposizione oltre 200 posti letto. Questa riorganizzazione è stata utile per affrontare l’emergenza e permettere di trasmettere immediatamente i pazienti dal Pronto Soccorso verso le unità operative delle case di cura, garantendo il posto letto e le cure necessarie per trattare i pazienti Covid-19».

Come sottolinea un comunicato dell’Ausl “Le case di cura hanno annullato tutte le attività programmate fin dal 24 febbraio, somministrando un’istruzione operativa a tutto il personale già dal 21, per illustrare in modo dettagliato come trattare un caso sospetto Covid-19, adattandosi a tutte le linee guida e protocolli della Regione Emilia Romagna e alle indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Il dottor Pedrazzini, l’equipe chirurgica e i coordinatori dell’Ausl, in seguito a sopralluogo nelle sale operatorie, reparto chirurgico, servizio ambulatoriale di radiologia, tac e risonanza (gestiti integralmente dal personale della struttura), hanno ritenuto la Casa di Cura Piacenza idonea a ospitare la chirurgia di urgenza (con i chirurgi Ausl) e gli ambulatori di traumatologia garantendo, a partire dal 13 marzo, l’accesso a tutti i pazienti H24 per visite di Pronto Soccorso, diagnostica per immagini e alcuni interventi chirurgici di urgenza dell’Azienda. Sempre nei locali di via Morigi l’equipe del dottor Pietro Maniscalco effettua anche visite di controllo indifferibili quasi esclusivamente traumatologiche. Nel rispetto delle disposizioni ministeriale, si riescono a vedere circa 30 pazienti al giorno, per un totale di 150 alla settimana.

La casa di cura Sant’Antonino dal 12 marzo ha dedicato 80 posti letto per malati Covid-19 in seguito ad addestramento del personale sanitario e parasanitario da parte di una esperta del reparto di Malattie infettive inviata dell’ospedale di Piacenza e la fornitura quasi totale dei dispositivi di sicurezza da parte dell’Ausl di Piacenza.  Successivamente sono stati messi a disposizione ulteriori 90 posti letto Covid-19 alla casa di cura Piacenza, riuscendo a mantenere in attività e in sicurezza il servizio di Pronto soccorso ortopedico, chirurgia traumatologica, ginecologia di urgenza, senologia e dermatologia oncologica.

«La collaborazione tra la direzione sanitaria dell’Ausl, il Sevizio Igiene e la direzione sanitaria delle Case di Cura – ha evidenziato Pedrazzini  – è stata costante ed essenziale. Soprattutto in quelle giornate in cui il numero di accessi di pazienti con polmoniti in Pronto soccorso è stato più alto e l’Azienda Usl non aveva più disponibilità di posti letti nei propri reparti, siamo riusciti come sistema a garantire il turn over dei malati e i necessari posti letto specifici per i pazienti positivi anche grazie al senso di responsabilità del privato accreditato. Le case di cura hanno avuto una bassa incidenza di decessi considerando le criticità dei pazienti ricoverati e si risconta anche una buona percentuale di pazienti dimessi clinicamente guariti».

«L’incremento della ricettività della rete provinciale, cui hanno contributo le case di cura – ha aggiunto Baldino – ha permesso di accentrare sull’ospedale provinciale di Piacenza la presa in carico di altre patologie o bisogni non attinenti al coronavirus (per esempio, ictus, infarti, malattie oncoematologiche, etc). Questa sinergia è stata utileper non sospendere totalmente questi ambiti, visto che il comparto operatorio di Piacenza e Castel San Giovanni è stato utilizzato per triplicare i posti di terapia intensiva».
Le sale operatorie della casa di cura Piacenza hanno ospitato 155 interventi chirurgici, tra senologia e dermatologia oncologica, traumatologia, ginecologia e chirurgia plastica di urgenza.

Un dato positivo è che a oggi, al Pronto Soccorso dell’Ausl, sono calati gli accessi dei pazienti Covid-19, comportando una diminuzione dei ricoveri nelle casa di cura. La clinica Piacenza sta gradualmente svuotando un reparto Covid di 40 posti letti tra pazienti trasferiti a casa o verso altre strutture in quarantena, in quanto asintomatici e clinicamente guariti e pazienti guariti accertati, dimessi con doppio tampone negativo. A breve provvederà a effettuare una sanificazione degli ambienti a fondo con l’intervento di ditte specializzate e gradualmente iniziare a ricoverare pazienti affetti da altre patologie”.

Publicità

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il commento
Inserisci il tuo nome