Al Fol in Fest gli scenari di guerra raccontati da Quirico e Nirenstein

Due penne argute, scrittori e giornalisti, ma soprattutto due fini osservatori e studiosi che molto hanno da dire e da raccontare di fronte ai drammatici scenari bellici che stanno sconvolgendo e preoccupando il Mondo. Domenico Quirico, editorialista de La Stampa e reporter di guerra e Fiamma Nirenstein, giornalista italo-israeliana, editorialista de Il Giornale, lo hanno fatto ieri da Ferriere, nell’evento conclusivo del Fol in Fest, la rassegna itinerante dedicata alla montagna e alle sue comunità, promossa oltre che dallo stesso comune di Ferriere, da quelli di Alta Val Tidone, Morfasso ed Ottone.

“La guerra è cambiata come strumento con cui si uccide, ma non nel suo significato intrinseco. Da Troia in poi la guerra è la violenza portata al livello più totalizzante. La guerra è uccidere l’altro e non essere uccisi, e questo non è mai cambiato”. Così ha aperto il suo intervento Domenico Quirico di fronte al folto pubblico nella sala consiliare “Giovanni Malchiodi” e in dialogo con Fabio Torrembini, dopo i saluti del Sindaco di Ferriere, Carlotta Oppizzi. L’intervento di Quirico ha preso le mosse dalla presentazione del suo ultimo libro, “Quando il cielo non fa più paura. Le storie della guerra per raccontare la pace”, un lucido racconto di guerra rivolto in particolare alle ragazze e ai ragazzi. “La Guerra c’è – ha continuato Quirico – è intorno noi, e quindi far vedere ai giovani cosa è la Guerra ha un valore pedagogico. Questo libro è il tentativo di raccontare la guerra nella sua implacabile eternità”. Una voce d’eccezione, quella di Quirico, capace di raccontare i più cruenti conflitti del nostro tempo spesso vivendoli anche in prima persona, “a partire dalla guerra civile in Mozambico negli anni 80 del secolo scorso”, che ci guida nel tentativo di comprenderne i meccanismi, le cause e gli effetti devastanti, raccontandoci la paura che accomuna soldati e civili, l’insensatezza dei conflitti ma soprattutto la pietà che ci rende esseri umani.

Quanto mai attuale il prezioso intervento, in videoconferenza, di Fiamma Nirenstein, che da anni vive a Gerusalemme. Introdotta da Massimo Polledri, curatore della rassegna, la giornalista e scrittrice ha tracciato un quadro a tratti devastante della situazione in cui si trova oggi il Medio Oriente e la striscia di Gaza: “In queste ore la situazione è particolarmente tesa, l’Esercito israeliano si sta organizzando per entrare a Gaza e tentare di eliminare la presenza delle organizzazioni terroristiche. Dentro Gaza ci sono ancora 150 ostaggi, bambini e donne, nelle loro mani. Abbiamo sofferto una mattanza che può essere paragonata solo a quella della Shoah e lo dico io che ho sempre rifiutato un paragone di questo genere. L’unico modo per poter vivere in pace è togliere da Gaza la presenza delle organizzazioni terroristiche”. Per la Nirenstein il rischio è che se non si ferma subito, il conflitto possa anche degenerare in quei territori dell’Occidente dove c’è una forte presenza di quelle parti islamiche contagiabili da estremismi che odiano Israele. “Noi non possiamo permetterci di essere deboli di fronte a questo attacco, dobbiamo vincere per noi e per voi”, ha detto in chiusura di collegamento richiamando l’Occidente al sostegno.
L’incontro si è concluso con un vivace e partecipato dibattito sui temi emersi, con l’appassionato intervento di molti partecipanti al convegno.

Con questo richiamo alla drammatica attualità, il Fol in Fest 2023 va in archivio, dopo aver regalato nelle giornate di fine agosto oltre all’epilogo di ieri, momenti di approfondita riflessione sui temi della montagna, dal lavoro al sociale, dalla cultura all’ambiente, legandoli strettamente all’attualità e dando una significativa visione di positività per la vita in questi territori, pur nella consapevolezza di dover affrontare difficoltà e barriere che solo con il lavoro continuo e coordinato, con la conoscenza e la condivisione possono vedere soluzioni efficaci per la rinascita della montagna.

Il Fol in Fest, promosso come detto dai 4 comuni più alti della nostra provincia, ha avuto il patrocinio di Regione Emilia-Romagna e Provincia di Piacenza, il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano e degli sponsor privati Allied e Banca di Piacenza e il supporto organizzativo dell’Associazione Novecento.

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