Trittico delle cose ultime. Grünewald, Holbein, Raffaello

Il 15 Marzo a Piacenza presentazione del volume di Giorgio Gualdrini

Il Trittico delle cose ultime di Giorgio Gualdrini sarà presentato il prossimo venerdì 15 Marzo alle ore 17,30 nella chiesa di San Sisto a Piacenza. Oltre all’autore, interverranno gli studiosi piacentini Eugenio Gazzola, Fabio Milana e Marcello Spigaroli. L’architetto Manuel Ferrari, direttore dell’Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici, e il biblista don Paolo Mascilongo, parroco di San Sisto, introdurranno la serata.

Molti cittadini di Piacenza conoscono la storia della Madonna Sistina, il dipinto commissionato a Raffaello nel 1512 da papa Giulio II per essere collocato nel presbiterio della chiesa del monastero benedettino di San Sisto, dove restò per quasi 250 anni. Nel 1754 questo capolavoro, sostituito con una copia, fu infatti inopinatamente venduto al re e collezionista Augusto III, Elettore di Sassonia e re di Polonia. Approdato a Dresda, venne esposto nella Pinacoteca della città dove tutt’ora è ospitato, diventando presto uno dei quadri più famosi del mondo, famoso per l’inimitabile atmosfera sospesa tra il cielo e la terra e per la sua bellezza. Può allora apparire singolare che un architetto appassionato d’arte come Giorgio Gualdrini abbia voluto accostarla, in un ideale trittico, a due celeberrime opere d’arte che invece, nella loro manifestazione dell’orrore, possono apparire estremamente “brutte”: la Crocifissione di Grünewald a Colmar e il Cristo nella tomba di Hans Holbein il giovane a Basilea. Tutte e tre queste opere, eseguite entro i primi due decenni del XVI secolo, rimandano però alle “cose ultime”, poste nella linea di intersezione tra la vita e la morte, tra il tempo e l’eterno, tra l’essere e il nulla. Mons. Erio Castellucci, arcivescovo di Modena nonché vicepresidente della Conferenza episcopale, ha scritto nella prefazione: «Questo volume attiva il cervello e il cuore, emoziona e commuove, fa riflettere e ragionare. ⦋…⦌ Il fascino drammatico della Crocifissione di Grünewald a Colmar, del Cristo nella tomba di Hans Holbein a Basilea, insieme alla Madonna Sistina di Raffaello, magistralmente scandagliati dall’autore di questo libro, in compagnia di centinaia di altre opere menzionate e inquadrate, spesso con poche incisive parole, rende l’opera dell’architetto Gualdrini un poema della bellezza sofferente».
Di questo “trittico” l’Autore indaga non soltanto i più profondi significati, sotto il profilo iconografico e simbolico, ma anche l’inesauribile “storia degli effetti” generata dai tre dipinti lungo i secoli nei diversi ambiti della cultura umana: artistico, letterario, filosofico, biblico, teologico e spirituale.
Nel corso della presentazione sarà possibile acquistare il volume.
Giorgio Gualdrini, originario di Faenza, è architetto libero professionista, apprezzato in particolare nel campo del restauro del patrimonio storico-artistico italiano. Al suo attivo ha anche diverse pubblicazioni tra arte, museografia e architettura.

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