Rolleri: “Saranno tempi complessi. Abbiamo imparato come si superano: con coraggio e a testa alta”

Il presidente uscente di Confindustria Piacenza, a San Damiano, ha tracciato il bilancio del suo mandato contraddistinto da pandemia e conflitti bellici

Si sta svolgendo presso il distaccamento aeroportuale di San Damiano l’Assemblea annuale di Confindustria Piacenza che per la prima volta si svolge fuori dalle mura cittadine. Un momento importante per l’associazione degli industriali che vede anche il passaggio del testimone fra il presidente uscente Francesco Rolleri ed il subemtrante Nicola Parenti.

Rolleri, nella sua relazione, ha ripercorso questi anni di presidenza segnati da tanti momenti difficili dalla pandemia ai conflitti alla crisi energetica e che pure hanno visto crescere il numero di dipendenti delle aziende associate da 17.881 a 24.101 rappresentando l’80% dei dipendenti dell’industria Piacentina.

Queste le parole pronunciate da Rolleri davanti alla numerosissimi platea ospitata in uno degli hangar dell’ex base.

“Grazie per aver aderito così numerosi alla nostra 79° Assemblea. Un particolare ringraziamento al Presidente Emanuele Orsini che abbiamo l’onore di avere con noi in una delle sue prime uscite pubbliche da Presidente di Confindustria.

Prima di iniziare la mia relazione voglio portare un messaggio di grande vicinanza alla comunità dell’Università Cattolica e ai famigliari e amici del Magnifico Rettore Franco Anelli.

Propongo quindi un momento di raccoglimento…..

Oggi è un’assemblea davvero speciale per noi. La prima che Confindustria Piacenza organizza fuori città. Come negli anni precedenti abbiamo scelto un luogo speciale. Tanti di voi probabilmente l’avranno già visitato, per tanti altri potrebbe essere la prima volta.

La base di San Damiano rappresenta per noi un esempio che potrà generare sviluppo per la nostra provincia.

Diverse realtà importanti hanno fatto di questo luogo un posto ideale in cui cercare nuove soluzioni ingegneristiche applicate a diversi settori industriali.

La base, inoltre, si è recentemente aperta alla cittadinanza presentando i propri progetti per il futuro.

Parliamo di futuro in maniera concreta, applicata alla nostra realtà industriale. Perché l’innovazione ci fa sognare, ma dobbiamo comprendere come applicarla in maniera effettiva affinché possa prendere piede nei nostri stabilimenti. Ne discuteremo con esperti di diversi campi, dall’industria alla sociologia, passando per l’università.

Ma di futuro parleremo più tardi. Questa è infatti la mia ultima relazione da presidente di Confindustria Piacenza. È perciò con grandissima emozione che vi parlo oggi.Tanta emozione ma anche tanto orgoglio.

Mi volto e vedo quello che siamo riusciti a fare tutti insieme. Ne abbiamo passate veramente tante. Decisamente più di quelle che mi sarei immaginato alla fine del 2019. Ma sono state anche le tante sfide e difficoltà a rendere per me indimenticabile questo percorso. La lista è lunga:

Comincia con la peggior pandemia globale dai tempi della Spagnola, passa per una crisi energetica e delle materie prime. Segue con l’inflazione a doppia cifra el ’aumento dei tassi.

Finisce con un conflitto bellico all’interno dell’Europa e la sempre crescente tensione geopolitica internazionale.

Il mondo non si è fatto mancare niente. Potevamo fare di questi avvenimenti una scusa. Un alibi per ciò che avremmo voluto fare ma non abbiamo potuto fare. Sarebbe stato più semplice. Ma le imprese non crescono nel tempo con le scorciatoie. Piacenza ha reagito con forza. Gli imprenditori piacentini hanno affrontato la tempesta, uscendone più forti di prima.

Con nuove soluzioni. Nuove idee. Esperienze, lezioni. Una nuova consapevolezza del saper fare impresa. Oggi è più facile dirlo. Noi tutti sappiamo che non è stato facile farlo.

Ho vissuto queste sfide due volte, ma in modo diverso. Con la mia azienda e come presidente di Confindustria, che è la casa delle aziende. Ricordo il suono continuo dei telefoni in associazione nella primavera 2020. Dall’altro capo del filo c’erano i nostri associati alla ricerca di risposte, per domande che mai ci saremmo aspettati.

Furono momenti drammatici. Ripensando a quel periodo, permettetemi di ricordare il nostro direttore Cesare Betti. Una figura che non ci dimenticheremo mai, che ci ha lasciati in quei giorni drammatici.

Con lui è iniziato il mio percorso alla presidenza di Confindustria. Dalla pandemia in poi ci siamo riscoperti rete di aziende, eccellenze nei rispettivi campi ma con tanti aspetti in comune. Il clima all’interno dell’associazione ne ha giovato. Ci siamo uniti, e siamo riusciti a conservare questo spirito anche una volta finita l’emergenza.

Questo si è percepito all’interno dell’associazione, ma anche all’esterno. Confindustria Piacenza nel 2019 rappresentava imprese che complessivamente impiegavano circa 17mila dipendenti. Oggi ne rappresentiamo più di 24mila.

24mila dipendenti a Piacenza sono circa l’80% degli impiegati nella manifattura. Questo ci aiuta a comprendere la nostra centralità e peso specifico.

Non è solo l’Associazione ad essersi allargata. Il volume d’affari complessivo del nostro gruppo, contando anche Assoservizi e Forpin, è cresciuto di più del 30% in questi quattro anni, superando gli 8 milioni di euro, più degli obiettivi – già sfidanti – che ci eravamo posti all’inizio del mandato.

Sulla vostra sedia trovate il nostro “bilancio di fine mandato”, che fotografa ciò che abbiamo fatto in questi anni. Ma non sono tanto i numeri a mostrarci quanta strada ha fatto l’associazione.

È quello che i numeri non mostrano, ad essere per me fondamentale. Confindustria Piacenza è l’hub vaccinale realizzato con le altre associazioni nei tempi più bui del Covid. È il supporto alla comunità Piacentina. È il sostegno costante alla cultura, alla scuola e al sociale.

È il luogo che aiuta a mettere ordine al caos durante una crisi energetica. È il dialogo con i giovani.

È il racconto ai non addetti della bellezza del fare impresa e dell’importanza di vivere in un territorio di imprese. Ci abbiamo lavorato quotidianamente durante eventi e uscite pubbliche.

Ma, permettetemi di ribadirlo, la forza di questa associazione sta nel grande lavoro dietro le quinte.

Tutto ciò che viene fatto da imprese e funzionari lontano dai riflettori, affinché possano esservi occasioni speciali in cui raccogliere i frutti. Anche in questo sta il valore e l’eleganza della nostra, vostra, associazione: avere l’accortezza di collocare in secondo piano ego, fretta e appariscenza, affinché ad illuminarci possa essere l’interesse collettivo, delle imprese e della nostra società.

Sono stato il presidente di Confindustria Piacenza, la casa di centinaia di imprenditori. Con la I maiuscola. Molti di loro sono qui oggi in platea. Ho ritrovato vecchi amici ma soprattutto conosciuto tante altre persone uniche.

È stato un onore (e mai un onere) potervi rappresentare.

Grazie infinite per la fiducia che avete riposto in me. Spero che sia stata ripagata con il nostro lavoro.

Grazie ai vicepresidenti e ai componenti del Consiglio di Presidenza che mi hanno sempre fornito un confronto franco e prezioso. Grazie a tutti i dipendenti del nostro Sistema: professionisti unici con competenze importanti e con una grande dedizione al lavoro e alla causa comune.

Grazie anche alla comunità piacentina tutta, che oltre a dimostrare una grande forza nelle difficoltà ci è sempre stata accanto.

È stata una esperienza fantastica. Il bagaglio che porto con me è unico e inestimabile. Ne farò tesoro per sempre a livello imprenditoriale ma soprattutto personale.

Lascio l’associazione in ottime mani e con il cuore sereno. Lo dico perché so che chi mi succede saprà guidare con sapienza, cura e lungimiranza questa splendida realtà da oggi in poi.

Saranno tempi complessi, ma in fondo ormai ci siamo abituati. Abbiamo imparato come si superano: con coraggio e a testa alta.

Grazie di cuore a tutti, e buona assemblea!”

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