In Consiglio Comunale ieri ha fatto discutere in primo luogo la “Modifica e integrazione dell’attuale disciplina delle tariffe per la fruizione di beni e servizi e conferma aliquote ed esenzioni di imposte comunali per il triennio 2018 2020”. L’assessore al bilancio Paolo Passoni ha evidenziato in aula che le misure della manovra saranno identiche a quelle del 2017.
La decisione presa dalla maggioranza ha portato a una forte discussione che ha visto protagonista Luigi Rabuffi, che ha precisato: “Ci viene chiesto di modificare il regime delle tariffe comunali, ma di fatto confermando tutte le aliquote. Ci viene chiesto di confermare per il triennio 2018 2020, le aliquote e le esenzioni dell’addizionale comunale Irpef a decorrere dal 1 gennaio 2019, nella stessa misura del consiglio comunale precedente a questo. Aumento, che porterà nelle tasche del Comune 2 milioni e 500 mila euro annui, soldi dei piacentini. Che vengono delle loro tasche, soprattutto da quelli meno abbienti. Andiamo a prendere i soldi dalle tasche da quelli che ne hanno di meno, nel modo strano che abbiamo noi di fare politica. Passiamo da una addizionale Irpef dallo 0,42% allo 0,70%, ovvero un aumento del 66,66 %. Voi probabilmente oggi governate perché la gente ha creduto alle vostre parole sull’abbassamento delle tasse. Penso che oggi questo voto farà riflettere molte persone, soprattutto quelle in una fascia dei meno abbienti. Il provvedimento di oggi si somma ad altri due provvedimenti che questa maggioranza ha votato,come i canoni Erp (aumento del 108% per i canoni più bassi) In poco tempo avete introdotto 3 tasse diverse. Nessuno di voi era obbligato ad inserire la tassa di soggiorno, per esempio. Prendete una decisione che non farà piacere neanche a voi, saranno effettivamente prima i piacentini, come avete detto più volte in campagne elettorale a pagarne le conseguenze”.
Anche i consiglieri Trespidi e Cugini sul piede di guerra: <<Non abbiamo assistito a una diminuzione della pressione fiscale come ci si poteva attendere da un Governo di centrodestra – ha rimarcato il primo – , vi è stata l’istituzione di una nuova tassa, di soggiorno. È interessante quello che diceva un’esponente della tradizione liberale come Einaudi. “Uno dei maggiori flagelli è stato quello della molteplicità delle imposte”. Da un punto di vista politico ci saremmo aspettati una premessa che smarcasse questa amministrazione dalla politica tariffaria della giunta precedente, invece viene del tutto confermata>>. “La campagna elettorale è stata fondata sulle tasse che andavano abbassate – ha sentenziato Cugini -, da quello siamo arrivati al consigliere Pecorara contento che siano state confermate le tariffe in vigore attualmente. E’ falso dire che abbiamo portato al massimo tariffe e aliquote”.
Filippo Bertolini di Fratelli d’Italia ha fatto notare nuovamente che le imposte sono derivate dalla volontà di sistemare le disastrate casse comunali, frutto di una dissennata gestione, secondo Bertolini. “Per mantenere un punto di equilibrio nel bilancio non possiamo dare un taglio drastico alle tasse che ha messo la passata amministrazione. Stiamo facendo miracoli”. Il provvedimento è stato approvato dal centrodestra con voti sfavorevoli di Liberi, Piacenza in Comune e Stefano Cugini. Astenuto il M5S mentre Piacenza Più e il PD non hanno partecipato.
E’ stato infine approvato un emendamento presentato da Antonio Levoni, con il consenso della maggioranza, che porta l’aliquota Imu da 1.06% a 0,96 per i proprietari di negozi sfitti “per liberare risorse e recuperare gli stessi negozi”. Andrea Pugni (M5S) si scaglia contro Levoni, “Ci voleva un po’ più di coraggio, con una riduzione maggiore. Il nostro sub emendamento stimola questi proprietari di immobili a far si che migliorino lo stato di questi immobili per renderli fruibili al commercio cittadino. Alcuni immobili in Via Roma si trovano in uno stato pessimo”. L’emendamento Levoni è stato approvato.
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