Piacenza: il 26 giugno ballottaggio per scegliere il sindaco fra Katia Tarasconi e Patrizia Barbieri

Come da previsioni sarà il ballottaggio a decretare il nuovo sindaco di Piacenza. Non sono però mancate le sorprese nella giornata dedicata allo spoglio dei voti che abbiamo seguito in diretta da piazza Mercanti con il nostro gazebo targato Piace.News che ha rinnovato la collaborazione fra PiacenzaOnline, IlMioGiornale.net e Piacenza Diario.

A conti fatti, con 108 sezioni su 108, il sindaco uscente Patrizia Barbieri con il 37,72% si trova a dover inseguire Katia Tarasconi (in vantaggio con il 39,93%) anzichè essere al comando. E’ un distacco di pochi punti e di pochi voti ma comunque un segnale che gli elettori hanno dato.

Sondaggi quasi giusti e sondaggi totalmente sbagliati

Il ballottaggio è un nuovo round in cui si “azzerano” i punteggi e si riparte da capo ma anche dal punto di vista psicologico le cose per il centrodestra si fanno più difficilii di quanto immaginato e soprattutto di quanto i loro sondaggi affidati a Euromedia Research di Alessandra Ghisleri – sbagliando clamorosamente – avevano previsto: secondo Euromedia  il centrodestra avrebbe preso il 48,5%, Katia Tarasconi il 34%, Cugini il 10,2%, Corrado Sforza Fogliani il 5,4%. Si avvicinata invece più alla realtà la previsione del centrosinistra commissionata all’agenzia bolognese Piave Digital Agency che dava la Tarasconi al 42,90% e la barbieri al 34%, Cugini al 12,10% e Sforza all’8,70%).

Decisamente buona la performance sia di Stefano Cugini che con una formazione nata, nella sua veste definitiva, a gennaio porta a casa un 10,70% sia di Corrado Sforza Fogliani che guadagna la fiducia dell’8,30% degli elettori pur avendo messo in piedi la lista Liberali-Terzo Polo in zona Cesarini.

Non riescono invece a superare la soglia del 2% né Botti (1,92%) né Favari 1,43% e restano ben lontani da quel 3% che avrebbe consentito loro di avere un consigliere.

Salvo sorprese, come hanno dichiarato ieri ai nostri microfoni sia Katia Tarasconi sia Patrizia Barbieri, non dovrebbe esserci alcun apparentamento formale. L’esponente del centro-sinistra ha infatti spiegato che non troverebbe giusto indebolire la sua coalizione “cedendo” parte del premio di maggioranza all’eventuale apparentato.

 

 

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