Otteneva appuntamenti rapidi per il passaporto dietro pagamento: denunciata titolare di un’agenzia di viaggio

La donna, attraverso alcune procedure irregolari, svolgeva il servizio per conto dei clienti chiedendo 20€ di compenso. Dovrà rispondere di interruzione di pubblico servizio, esercizio abusivo di professione e falsa attestazione a pubblico ufficiale

La Squadra Mobile della questura di Piacenza, dopo una rapida indagine, ha denunciato per interruzione di pubblico servizio, esercizio abusivo di professione e falsa attestazione a pubblico ufficiale (artt. 340-398-495 c.p.) la titolare di un’agenzia di viaggi piacentina, accusata per aver avviato una attività illecita “finalizzata alla prenotazione degli appuntamenti per il rilascio del passaporto da parte  della Questura di Piacenza, per conto di terzi cittadini.

Nel corso degli ultimi mesi, il personale dell’ufficio passaporti aveva notato come numerosi cittadini riuscivano ad ottenere appuntamenti per il rilascio del passaporto in tempi ravvicinatissimi, bypassando di fatto l’organizzazione dell’ufficio ed utilizzando l’Agenda ministeriale di prenotazione.

Gli addetti dell’ufficio hanno così notato che le pratiche risultavano  “accelerate” e che tutti i cittadini che avevano ottenuto il passaporto in tempi rapidi sembravano aver seguito un preciso schema. Sono così stati informati gli agenti della Squadra mobile che hanno incominciato ad investigare e a sentire i cittadini. In pratica la titolare aveva avviato all’interno della propria agenzia di viaggi una attività parallela di prenotazione degli appuntamenti per il rilascio di passaporti, dietro pagamento di 20 euro. La donna probabilmente usava le generalità e lo SPID di altre persone e poi, una volta inseritasi nel sistema, inseriva le generalità del cliente pagante.

L’abilità della signora nell’ottenere appuntamenti sarà certamente invidiata da molti cittadini che faticano ad avere una prenotazione in tempi ragionevoli ma purtroppo per lei  si trattava di un’attività illecita di cui ora sarà chiamata a rispondere in tribunale.

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