L’ospedale di Piacenza sceso al 92° posto nella classifica di Newsweek. La Lega chiede spiegazioni

“Se la salute è un diritto, è certamente diritto dei piacentini sapere il perché di questa bocciatura di fatto e quali misure si vogliano adottare"

 “Ci saremmo aspettati, se non delle scuse ai piacentini, almeno una spiegazione, una qualche ammissione accontentandoci peraltro di una vaga promessa più o meno credibile da parte della Azienda Asl alla notizia del declassamento del Nosocomio Piacentino che, secondo Newsweek, scivola al 92° posto su 131 Ospedali in Italia” – lo afferma la Lega provinciale di Piacenza in una nota, dove si sottolinea come Piacenza sia stata “Superata da ospedali come Catania, Napoli e Foggia, tanto per inquadrare la classifica”.
La graduatoria tiene in considerazione le opinioni dei medici e dati di rilevazione oggettivi come igiene, rapporto medico-paziente e strumenti come PROM (Patient Report Outcome Measures) che valutano esperienza dei pazienti e risultati clinici.
“Se la salute è un diritto, è certamente diritto dei piacentini sapere il perché di questa bocciatura di fatto e quali misure si vogliano adottare”.
“Oltre ai tagli sul personale  – prosegue la Lega –  emergono marcate ed evidenze carenze nella direzione sanitaria: la fuga degli anestesisti che poteva essere prevista ed evitata e che ha bloccato la lista degli interventi. Liste di attesa infinite, tempi di attesa per interventi banali di circa un anno, ispezioni e chiusura di reparti o servizi non a norma con persone fragili che restano senza prestazioni. Personale a contratto di collaborazione che lavora senza essere pagato per mesi, i CAU che sono o troppo pieni, peggio del PS o troppo vuoti. Ricordiamo inoltre tutte le promesse sui reparti di Fiorenzuola, dove dopo 10 anni dal piano sottoscritto con la Conferenza Socio Sanitaria si procede solo adesso al bando per le sale operatorie, ed anche la chiusura progressiva di reparti e depotenziamento del presidio ospedaliero di Castel San Giovanni. In una normale azienda si sarebbe già dimesso l’AD: in questo caso si dovrebbe come minimo approfondire e valutare l’insuccesso e la cattiva gestione di tutti i vertici che si sono susseguiti in questi anni. Invitiamo la politica ad unirsi alla richiesta di chiarimenti perché la sanità piacentina dovrebbe essere patrimonio politico di tutti.”

“Non dimentichiamo inoltre gli evidenti ritardi inerente il nuovo ospedale di Piacenza, ancora in alto mare, dove abbiamo appena appreso che oltre metà dei fondi dovrà essere ricavato – si spera – tramite volenterosi privati che dovranno fare un investimento non indifferente. Se i privati fossero stati coinvolti da una amministrazione di centrodestra, non osiamo immaginare quanti girotondi per salvaguardare la sanità pubblica sarebbero stati organizzati. Comunque altre città, partite con l’idea di un nuovo ospedale negli stessi anni o anche dopo rispetto a Piacenza, sono molto più avanti rispetto a noi”.
Il direttivo provinciale, insieme ai suoi rappresentanti in Regione ed in Parlamento, continuerà a “farsi  interprete delle preoccupazioni e della indignazione per il silenzio della Direzione Sanitaria Aziendale su questo declassamento. Ovviamente – chiosa la nota dei leghisti – attendiamo fiduciosi una risposta della Direzione Sanitaria aziendale o, anche, un confronto pubblico”.

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