Giorgio Armani è tornato nella sua Piacenza per ricevere la laurea honoris causa

Il racconto e le foto di una mattinata davvero speciale: “Da Piacenza sono partito per cercare la mia strada, che ho trovato a Milano, ma le mie radici sono rimaste sempre qua. Ho trovato una città splendente. Vorrei, con la mia storia, essere un esempio, uno stimolo per ricordare a tutti che il lavoro vero porta lontano”

E’ un grande, il più grande nel suo campo, è il re della moda, Giorgio Armani. Eppure è al contempo un uomo che i suoi 89 anni rendono paragonabile ad un cristallo di Baccarat: unico, prezioso, elegante ma estremamente fragile. Ad accudirlo e proteggerlo alcuni attentissimi assistenti che lo hanno seguito passo-passo in questa sua mattinata speciale, al teatro Municipale di Piacenza per ricevere la laurea honoris causa in global business management, conferitagli dalla Facoltà di economia e Giurisprudenza dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.  Una cerimonia pregna di significati (qui i discorsi ufficiali) come ha sottolineato egli stesso nel prologo del suo discorso «Sono due cose – ha detto Armani – che mi portano qua con grande emozione. La prima è ricevere quello che mi avete voluto riconoscere (la laurea h.c. in global business management ndr), e qui ringrazierò dopo tutte le istituzioni e poi rivedere Piacenza. La laurea honoris causa che oggi mi viene conferita ha un valore doppiamente speciale perché premia, al di là dell’aspetto creativo, il mio ruolo come imprenditore, l’impegno e la passione che nel corso degli anni mi hanno permesso di trasformare un sogno in un gruppo solido, simbolo del made in Italy. E’ speciale anche perché mi viene conferita nella mia città natale, un luogo magico e pieno di ricordi che tanto mi affascinava da bambino. Da Piacenza sono partito per cercare la mia strada, che ho trovato a Milano, ma le mie radici sono rimaste sempre qua. Anzi, ho visto una Piacenza splendente».

Un Giorgio Armani visibilmente felice ed emozionato, disponibile all’incontro con tutti ed in particolare con gli studenti e le studentesse che ha salutato nel retropalco, una volta terminata la cerimonia ufficiale. Nonostante non fossero programmate interviste ufficiali non si è negano neppure ai giornalisti piacentini assiepati davanti al foyer che gli hanno chiesto cosa abbia provato a vivere questo momento nella sua città natale «Emozione, emozione». E davanti alla domanda su come avesse trovato Piacenza ha risposto sicuro «Bellissima. Non me la ricordavo così bella. L’ho lasciata che ero un ragazzo e forse i ragazzi non guardano tanto queste cose. Ma oggi ho guardato».

All’interno della sala dove era stato allestito un rinfresco ennesimo “controllato” bagno di folla con il saluto da parte di tanti e di chi ha condiviso parte del suo cammino umano o professionale. Affettuoso l’abbraccio con un’altra piacentina illustre, l’attrice Isabella Ferrari.

Intanto un gruppo agguerrito di storiche giornaliste della moda al grido di “Giorgio, Giorgio” è riuscito a guadagnarsi uno scatto con lo stilista ancora, orgogliosamente avvolto nella toga e con il capo coperto dal tocco cerimoniale. Visibili solo le scarpe in lucidissima vernice ed un maestoso anello indossato all’anulare destro, al posto della fede.  Per ammirare l’elegante completo, doppio petto rigorosamente “blu armani”, si è dovuta attendere la sua uscita dal teatro, allorquando l’alfiere dell’eleganza made in Italy, si è “regalato” a chi lo aveva atteso con pazienza all’esterno. Fra di essi un fortunato ed intraprendente ragazzo che, munito di maglietta scura e pennarello tessile si è fatto firmare una maglia che, ora con il prezioso autografo Giorgio Armani diventerà oggetto da collezionismo. Un ultimo sguardo verso il balcone del teatro per raccogliere l’entusiasta applauso tributatogli dal sindaco Tarasconi e dalla sua giunta e poi via a bordo della Bentley verde scuro verso Milano, la città che ha reso possibile l’ascesa nell’olimpo della moda di questo piacentino.

Chissà che questo nuovo incontro con la terra che gli ha dato i natali non sia di buon auspicio per un progetto che suggelli per sempre il legame fra di lui e Piacenza. C’è chi oggi, chiacchierando, accarezzava l’idea che la nostra città possa ospitare in futuro un museo a lui dedicato, con i suoi disegni, i suoi abiti più belli. O che Re Giorgio possa finanziare un progetto di grande respiro, magari dando slancio alla Ricci Oddi.

Chissà che questo undici maggio non abbia riacceso in lui una fiamma di affetto creativo verso la sua “patria” e che, magari con l’aiuto della nipote Roberta (presente oggi in prima fila al Municipale) non si riesca a rendere tangibile il legame. Il suo rapporto con questa città è sempre stato molto “piacentino”, improntato alla discrezione come quando, anni fa, già famosissimo, si concedeva una passeggiata sul Corso ed una serata al cinema. Od ancora quando si reca a Rivalta a far visita alla tomba della madre, cui era profondamente legato, magari suggellando la giornata con un pranzo od una cena al Falco.

Speranze e sogni che vanno costruiti da parte degli amministratori piacentini che devono dimostrarsi capaci di riannodare saldamente questo filo diretto oggi teso con il cittadino più illustre che la nostra città possa vantare. Perché alla base di tutto, come ha ricordato lo stesso stilista, non ci sono momenti effimeri ma il duro lavoro quotidiano.

«Come sapete ho fondato la Giorgio Armani insieme a Sergio Galeotti, il primo a credere davvero nel mio talento e con lui, nei primi dieci anni di lavoro, abbiamo costruito le basi. Sergio si occupava del business, io della creatività. Il destino, però, mi ha messo a dura prova e a seguito della scomparsa del mio socio per far sì che la Giorgio Armani sopravvivesse, ho dovuto occuparmi io stesso in azienda oltre che dell’aspetto stilistico. Molti pensavano che non ce l’avrei fatta ma grazie alla mia caparbietà, ad aver vinto la sempre presente timidezza e al sostegno delle persone a me vicine, verso le quali ho un debito di riconoscenza, sono riuscito ad andare avanti. Il mio è stato un percorso lungo, a tratti complesso ma i momenti difficili sono riuscito a superarli con l’impegno, la dedizione e il rigore. Valori che ho seminato in famiglia, gli stessi che raccomando sempre di seguire, per dare forma a ciò in cui si crede, ancora di più oggi che si moltiplicano i successi effimeri. Perché quel che richiede impegno, invece, dura. Il mondo cambia, il progresso va vissuto per la sua parte più positiva. Con coraggio e fiducia ho sempre coltivato, con fierezza, difendendola, la mia indipendenza. Ascolto il parere degli altri ma sono io che prendo le decisioni. Non me ne vogliano i miei collaboratori … Ho iniziato creando vestiti e, un passo dopo l’altro, mi sono avventurato in altri ambiti sempre in concorrenza e mai con avventatezza. Sono un creativo razionale ma la spinta nasce sempre dalla passione, da un’intuizione e dal desiderio bruciante di realizzarla. Ogni idea, in fondo, è frutto di un innamoramento e questo lavoro, che per me è la vita, è un atto continuo di amore. Anche a voi raccomando di coltivare l’amore per ciò che fate, con rispetto di chi vi è vicino. Ho parlato di me in questo discorso (discorso, si fa per dire …), pensando soprattutto a voi studenti e vorrei, con la mia storia essere un esempio, uno stimolo per ricordare a tutti che il lavoro vero porta lontano».

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Carlandrea Triscornia
Giornalista professionista si è laureato in giurisprudenza presso l’Università di Bologna. Ha inoltre ottenuto il Diploma in Legal Studies presso la Cardiff Law School - Università del Galles (UK). Ha iniziato la sua carriera come collaboratore del quotidiano di Piacenza Libertà. Dopo un corso di giornalismo radiotelevisivo ha svolto uno stage presso l’emittente Telereggio divenendone prima collaboratore e poi redattore. Successivamente ha accettato l’incarico di direttore generale e direttore editoriale di Telecittà emittente regionale ligure, dove ha lavorato per tre anni. E’stato quindi chiamato dalla genovese Videopiù ad assumere il ruolo di responsabile delle sedi regionali di SkyTG24 affidate in outsourcing alla stessa società. Trascorsi cinque anni è rientrato nella nativa Piacenza avviando una attività imprenditoriale che lo vede tuttora impegnato. Ha fondato PiacenzaOnline, quotidiano di Piacenza di cui è direttore responsabile. Ha collaborato con l’Espresso e con Avvenire oltre che con Telemontecarlo - TMC News come corrispondente dall’Emilia ed ha lavorato come redattore presso Dodici-Teleducato Parma. Appassionato di Internet e di nuove tecnologie parla correntemente inglese. Sposato, ha due figli.

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