Dal gruppo Katia Tarasconi difesa “d’ufficio” per l’assessore Dadati sulla vicenda handbike

Riceviamo e pubblichiamo una nota stampa diffusa dal  Gruppo consiliare Lista Civica per Piacenza con Katia Tarasconi relativo alla vicenda della gara di handbike cancellata per mancanza di volontari. Sullo stesso tema si è espressa anche Alternativa per Piacenza.

“Partiamo dalla fine: l’assessore Mario Dadati, il nostro assessore, ha sempre avuto e ha tuttora la nostra piena fiducia. La sindaca ha già ribadito la sua e noi oggi facciamo lo stesso. Sono passati due giorni dalla domenica “incriminata” e ne abbiamo sentite di tutti i colori. Ieri in Consiglio comunale sembrava di assistere a una sorta di gioco al massacro, quasi non si vedesse l’ora di appigliarsi a qualcosa che distogliesse l’attenzione dall’indiscutibile successo di un weekend di incontri, confronti e approfondimenti di cui tutta la città, indipendentemente dalle idee, dovrebbe essere – e in gran parte è – orgogliosa.
La manifestazione sportiva che avrebbe dovuto svolgersi in città, ospitando una tappa del Giro d’Italia Handbike, viaggiava su un altro binario. Ed è un binario sul quale l’amministrazione comunale ha investito molto, sia in termini di impegno e passione, sia in termini economici; parliamo di 25mila euro di denaro pubblico che si è scelto di impegnare su questo evento. Una scelta che già di per sé la dice lunga sulla sensibilità di questa amministrazione, e in particolare dell’assessore, su iniziative che mirino all’inclusione e alla promozione dello sport come strumento per abbattere le barriere della disabilità.
La manifestazione è saltata, e per tutti noi è stato un duro colpo. Il dispiacere, ancora prima di capirne le ragioni, *è* grande. Così come lo *è* per l’assessore Dadati che si è immediatamente scusato con gli atleti e la cittadinanza dopo averle provate tutte, la mattina
stessa, per riuscire a mettere la direzione di gara nelle condizioni di dare il via alla competizione. E la stessa sindaca si è scusata: prima sui social (ripresi dagli organi di informazione) e poi, alla prima seduta, ha ribadito le sue scuse di fronte al Consiglio Comunale.
Si tratta di scuse sincere, e lo sappiamo con certezza perché tra noi c’è dialogo e confronto. Scuse che riteniamo siano un gesto dovuto da parte di chi rappresenta una comunità intera e di conseguenza parla a nome della città.
Spiace però aver notato che queste scuse siano state utilizzate come una sorta di ammissione di responsabilità tecniche. E sulla base di questo concetto, che è sbagliato, si è dato vita a qualcosa che supera la normale e legittima dialettica delle parti, supera la normale e legittima critica. Ci è parso sciacallaggio allo stato puro. Chi si è prestato a questa
operazione, alla ricerca di titoloni sui giornali che ha puntualmente trovato come è normale che sia, finge di non sapere – evidentemente – che l’organizzazione di un evento sportivo, patrocinato sì dal Comune ma affidato a una realtà privata si occupa di questo, è responsabilità di chi per l’appunto deve organizzare. L’ammissione di colpa dell’assessore e della sindaca riguarda dunque questioni non tecniche ma semmai di controllo. Un controllo che, tuttavia, non era dovuto, se vogliamo guardare i fatti per quello che sono.
Si poteva fare di più? Certo, si poteva monitorare, ci si poteva accertare che fosse tutto a posto. Era l’assessore Dadati a doverlo fare? No. Inutile girare attorno a questo concetto semplice. Anche gli organizzatori dell’evento avrebbero potuto controllare, monitorare, accertarsi che chi aveva preso l’impegno di mettere a disposizione i volontari addetti al controllo delle transenne ai varchi, l’avesse effettivamente fatto. Così non è stato. E chi lo doveva fare, chi aveva detto che avrebbe messo a disposizione i volontari, ovvero la presidente del comitato provinciale di Federciclismo, si è profusa in scuse, sia il giorno stesso, sia il giorno successivo. Un gravissimo motivo personale (di cui siamo molto dispiaciuti) è stato la causa di questo cortocircuito che è sfociato nel peggiore dei finali: l’annullamento di una gara per la quale decine di atleti, anche provenienti dall’estero, si erano preparati; una gara di livello nazionale alla quale il Comune e ogni suo rappresentante tenevano tantissimo. Di fronte a questo finale – che è stato deciso dal direttore di gara e non

dall’assessore che, sul posto, ha tentato soluzioni alternative ma non ha avuto tempo sufficiente – le scuse dei nostri amministratori riteniamo siano un atto dovuto, encomiabile, da rispettare e non da utilizzare per chiedere la testa dell’assessore coinvolto o per muovere assurde accuse di mancanza di sensibilità sul tema, sentitissimo, delle disabilità. E’ un attacco che chiunque conosca personalmente l’assessore Dadati trova a dir poco assurdo. E siamo convinti che gli stessi consiglieri d’opposizione che hanno mosso queste accuse, sappiano bene che sono false.
Ed è altrettanto falso accusare l’amministrazione di aver addossato sui volontari la responsabilità dello stop alla corsa. I volontari, se fossero stati chiamati, sarebbero stati a disposizione.
Tutto questo non toglie il dispiacere per l’annullamento della tappa piacentina e per la delusione, legittima e comprensibile, degli atleti costretti a tornare a casa senza aver gareggiato”.

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