Da ieri operativo a Piacenza il CAU, pronto soccorso light. Opposizioni in Regione insoddisfatte

Anche a Piacenza, da ieri mattina alle 8, è in funzione il CAU, il primo Centro Assistenza e Urgenza, quello che per riassumere il concetto abbiamo battezzato come pronto soccorso light.

È aperto presso l’ospedale cittadino, con ingresso dall’atrio del polichirurgico.
L’accesso è garantito 24 ore su 24, 7 giorni su 7, con l’obiettivo di intercettare i bisogni meno urgenti ed evitare gli accessi al Pronto soccorso, dove rimangono invece concentrati così trattati i casi più gravi e complessi, riducendo i tempi d’attesa e migliorando l’efficacia.
Le persone accedono in ordine di arrivo, ritirando un numero progressivo grazie al totem presente all’ingresso del servizio.
I principali sintomi per i quali ci si può sempre rivolgere al Cau e non al Pronto soccorso sono: lesioni o dolori agli arti; eritemi; punture da insetti; febbre; lombalgia; dolori addominali; lievi traumatismi; ferite superficiali; irritazioni cutanee; dolori articolari o muscolari; coliche; sintomi influenzali; tumefazioni; nausea o vomito; richiesta di counselling su terapie e prescrizioni; medicazioni e altre prestazioni infermieristiche.

Critiche le opposizioni in Regione

Sulla nascita dei Cau restano molto critiche le opposizioni in Regione, a partire dal consigliere Piacentino Giancarlo Tagliaferri (Fratelli d’Italia) che ha dichiarato:

“Abbiamo ascoltato l’assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini snocciolare dati sul “successo” dei Cau, salvo poi dire che chi sta male va al Pronto Soccorso dove, ci risulta, ci siano le solite fila.

Siamo insoddisfatti della risposta di Donini alla nostra interrogazione perché le persone hanno il diritto alla salute di base e di emergenza, il Cau non può sostituire i Pronto Soccorso e come si vede i problemi restano quelli che sappiamo.

Occorre cambiare molte cose per garantire la salute dei cittadini, hanno il diritto alla salute d’emergenza e non ce la si cava cambiando nome alle strutture. Basta giochi delle tre carte, serve serietà. L’assessore deve chiarire, cambiare gli errori fatti e far funzionare la sanità emiliano-romagnola.

Chiarire dove è avvenuta l’attivazione dei Centri di assistenza e urgenza (Cau) all’interno del territorio regionale, con particolare riguardo agli orari di apertura, al personale impiegato e agli accessi registrati evasi o dirottati ai Pronto Soccorso dei presidi ospedalieri limitrofi.

A chiederlo, in un’interrogazione, è Marta Evangelisti (Fdi) che ricorda come “la riforma dell’emergenza-urgenza, voluta fortemente dall’assessore alla Sanità Raffaele Donini, pone notevoli dubbi, in particolare sulla gestione della procedura delle emergenze–urgenze che rischia di diventare eccessivamente farraginosa, lunga e non particolarmente efficace nel dare risposte celeri ai pazienti”.

Cau: la risposta dell’assessore Donini

“A inizio 2024 relazioneremo in commissione Politiche per la Salute, ma a oggi posso dire che le cose vanno bene”, spiega Raffaele Donini per il quale “al 4 dicembre 2023 sono attivi i Cau di Piacenza (H24), Budrio e Vergato nel bolognese, Comacchio, Copparo e Ferrara capoluogo, a breve apriremo Navile e Casalecchio di Reno a Bologna. Il personale assegnato va da un minimo di un medico e un infermiere a crescere. I primi dati dicono che solo il 14-15% di chi si è recato ai Cau di Budrio e Vergato è stato indirizzato ai Pronto soccorso, quindi chi si rivolge ai Cau ha problemi da basso accesso e il nuovo modello funziona”.

Parole alla luce delle quali Marta Evangelisti si dice insoddisfatta perché “le persone hanno il diritto alla salute di base e di emergenza, il Cau non può sostituire i Pronto Soccorso e come si vede i problemi dei Pronto Soccorso restano quelli che sappiamo. Occorre cambiare molte cose per garantire la salute dei cittadini”.

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