Aumentano a Piacenza i furti di identità e le frodi creditizie. E’ quanto risulta dai dati dell’osservatorio realizzato da CRIF e giunto alla ventiquattresima edizione. Nella nostra provincia i casi registrati nel 2016 sono stati 178 in aumento del 22,1% rispetto all’anno precedente, a dimostrazione del fatto che si tratta di un fenomeno in costante espansione.
La maggioranza delle vittime sono uomini in età compresa tra i 41 e i 50 anni.
In buona sostanza il truffatore si procura in maniera fraudolenta i dati della vittima nonché un documento rubato o falso (soprattutto carte di identità). Con questo documento i ladri di identità contraggono debiti o acquistano elettrodomestici, auto, moto e altri beni a rate. L’ignara vittima spesso scopre la truffa a distanza di sei mesi ma i tempi possono arrivare anche a tre anni, allorché riceve il sollecito da parte di un istituto di credito o di una società di recupero per il pagamento delle rate del finanziamento attraverso il quale sono stati acquistati beni o servizi a suo nome.
“Ormai i ladri non solo più solo coloro che entrano in casa per rubare oggetti di valore, ma sono sempre più interessati ai nostri ben più preziosi dati che possono aprire loro le porte dei nostri account di posta elettronica e social network, conti correnti e carte di credito, con pesanti conseguenze per chi subisce frodi e furti d’identità – commenta Beatrice Rubini, Direttore della linea Mister Credit di CRIF -. Durante il periodo estivo, poi, questo genere di crimine si intensifica ulteriormente con le truffe legate alle vacanze, con tante persone che rispondono ad annunci apparentemente vantaggiosi, fornendo persino copia dei propri documenti senza pensare che possano finire nelle mani di un malintenzionato”.
“Considerando l’impressionante numero di casi rilevati sarebbe indispensabile adottare una serie di comportamenti virtuosi in grado di ridurre i rischi ma, allo stesso modo in cui per difendere la nostra casa mettiamo un sistema di allarme, per proteggere i nostri dati e la nostra identità andrebbero adottati anche adeguati servizi di protezione in grado di allertarci al primo segnale di pericolo” – aggiunge Rubini.