Ancora “freno tirato” per l’economia piacentina

Lo dice il rapporto congiunturale n.44 elaborato dalla Provincia. Hanno pesato la prosecuzione del conflitto russo-ucraino, l’inflazione sempre elevata e le politiche monetarie restrittive

Il Rapporto Congiunturale n.44 nel riportare i dati del primo semestre del 2023, conferma il rallentamento ulteriore sperimentato in questo periodo dal nostro sistema economico locale, in continuità con i dati già rilevati a consuntivo del 2022. Le persistenti difficoltà legate alla prosecuzione del conflitto russo-ucraino, all’inflazione sempre elevata (ancorché in calo) e alle politiche monetarie restrittive (che hanno portato ad un aumento dei tassi di interesse), hanno inciso negativamente sul ciclo economico, stimato in contrazione anche nella seconda parte dell’anno e in questi mesi a venire a causa del peggioramento ulteriore (con le nuove tensioni in medio-oriente) del quadro geopolitico internazionale. Così, se da una parte i dati del PIL per il 2023 (e 2024) indicano per l’Italia un ritorno alla bassa crescita (+0,7% la stima dell’ISTAT), dall’altra anche il valore aggiunto del sistema economico piacentino, secondo le elaborazioni di Unioncamere regionale su dati Prometeia, è previsto aumentare dello 0,8% nel 2023 e dello 0,6% nel 2024, dopo il +3,9% del 2022 e il +6,7% del 2021.

In tale contesto, tra gennaio e giugno dello scorso anno l’economia provinciale ha comunque proseguito – seppur a ritmi più contenuti – lungo il suo sentiero di sviluppo iniziato dopo la pandemia, facendo meglio in diverse occasioni (come spesso ci capita di osservare) dell’economia regionale e nazionale, e riportandosi in quasi tutti i settori sui valori pre-2020.

Così è stato, ad esempio, per la produzione manifatturiera rilevata dalla Camera di commercio dell’Emilia e da Unioncamere regionale, che nel primo semestre del 2023 ha chiuso a Piacenza in rialzo del 4,2% rispetto allo stesso periodo del 2022 (mentre in regione aumenta solo dello 0,4%), superando ulteriormente i livelli di attività del 2019. Lo stesso dicasi per le variabili riferite al fatturato (+9,2% nel piacentino, +2,3% in Emilia-Romagna), agli ordini complessivi (rispettivamente +1,7% e -0,4%) e al grado di utilizzo degli impianti manifatturieri (salito all’82,3%), tutte superiori ai valori pre-covid.

Le catene della subfornitura soffrono invece un poco di più in questo periodo, con la produzione artigiana manifatturiera che rimane a Piacenza sui livelli dell’anno precedente (+0,2%), tuttavia senza andare in terreno negativo, come sperimentato mediamente in regione (-1,8%).

Anche nel caso del commercio al dettaglio l’andamento è stato positivo nel corso del primo semestre 2023, dato che nella nostra provincia le vendite – pur in sensibile rallentamento a confronto con il primo semestre del 2022 – sono cresciute ancora del 3,0%, mentre nel complesso dell’Emilia-Romagna l’aumento è stato del 2,0%.

Con la stretta sugli incentivi a favore del settore, si è invertito invece il trend del comparto delle costruzioni piacentino, il cui volume d’affari si riduce dell’1% nella media del semestre (mentre aumenta ancora in regione dell’1,5%), passando in particolare da un +1,4% nel primo trimestre ad un -3,5% nel secondo trimestre. In sintonia con questa evoluzione, sono risultate in calo anche le compravendite immobiliari residenziali (2.250 tra gennaio e giugno 2023) evidenziando una flessione (-4,2%) che però è meno elevata di quelle che si osservano in Emilia-Romagna (-16,2%) e in Italia (-12,4%).

Sui mercati esteri le cose sono andate meglio rispetto ai mesi precedenti. Nonostante le difficoltà della congiuntura il nostro sistema economico è stato infatti finalmente in grado di rispondere con maggior incisività a livello internazionale, dopo la prestazione negativa registrata nel 2022. I dati ISTAT sugli scambi import-export riferiti al primo semestre 2023, indicano per le esportazioni piacentine (3.098 milioni di euro) una crescita del 10,1%, superata in questo solo da Lodi (+11,8%), mentre Parma e Cremona segnano variazioni negative, e gli ambiti regionale e nazionale accelerazioni più contenute. Bene qui hanno fatto la meccanica e l’alimentare, ma anche il comparto tessile-abbigliamento. Anche le importazioni (3.713 milioni di euro nei primi sei mesi del 2023), sono risultate a Piacenza in aumento (+5,2%), in controtendenza rispetto all’evoluzione negativa registrata – ad eccezione sempre di Lodi – da tutti gli altri territori.

E’ proseguito poi nel primo semestre del 2023 il trend di crescita del turismo. Gli arrivi aumentano infatti dell’11% riuscendo così ad oltrepassare finalmente il livello pre-covid (+2,5%), e crescono anche i pernottamenti, del 5,5% a confronto con il primo semestre 2022, una variazione inferiore a quelle (a due cifre) dei due anni precedenti, ma che è comunque positiva e permette di siglare un +17% rispetto ai valori del 2019. Piacenza è inoltre l’unico ambito territoriale della regione che presenta variazioni tendenziali delle presenze sul 2019 positive per tutti i mesi compresi tra gennaio e giugno 2023, a differenza di molti altri contesti provinciali (ad esempio quelli di Parma e Reggio-Emilia), o del contesto regionale più in generale, contrassegnati invece ancora da un sensibile gap da recuperare.

Dati piuttosto positivi si registrano in questo periodo anche per il mercato del lavoro. In un contesto di generalizzata crescita dell’occupazione, il saldo tra avviamenti e cessazioni dei rapporti di lavoro dipendente mostra a Piacenza un valore particolarmente elevato, sia considerando – su base annua – il periodo giugno 2022/giugno 2023 (+2.548 unità, con un grosso contributo dato dall’industria in senso stretto, +967 unità), sia considerando la variazione tendenziale riferita al solo trimestre aprile-giugno 2023 (+954, in questo caso con l’apporto preponderante dei servizi, +729). Rialza invece leggermente la testa la Cassa Integrazione nel primo semestre 2023, anche se in modo tale da non destare per il momento preoccupazioni particolari, essendo sempre attestata, con poco più di mezzo milione di ore autorizzate, attorno ai valori pre-pandemia.

Per quanto riguarda le imprese registrate presso la Camera di Commercio al 30 giugno 2023, torna a ridursi rispetto a un anno prima lo stock delle imprese attive (-123 unità), a causa soprattutto delle flessioni in agricoltura e nel commercio, tra le ditte individuali e le società di persone, mentre continuano la loro espansione le imprese dei servizi, quelle a titolarità straniera e le società di capitale. Anche sul versante del credito si è osservato nella prima parte dello scorso anno un appesantimento della congiuntura, dovuto all’aumento dei tassi di interesse, con i prestiti erogati dal sistema bancario alle imprese e alle famiglie che segnano a Piacenza (6,53 miliardi di euro) una contrazione del 2,5%, in linea con la dinamica nazionale. I fallimenti a carico di imprese aventi sede in provincia di Piacenza (2) sono risultati invece in deciso calo rispetto ai 15 registrati un anno prima.

Con riferimento infine all’inflazione, l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale (NIC) rilevato nel comune capoluogo ha evidenziato nel corso del primo semestre del 2023 una dinamica decrescente, passando da una variazione tendenziale mensile di +9,7% registrata nel mese di gennaio 2023 ad una variazione di +6,1% nel mese di giugno 2023, allineandosi così alle dinamiche generali, dopo essere stato più alto della media nazionale nell’ultima parte del 2022. Il ridimensionamento dell’inflazione è stato possibile anche da noi grazie soprattutto all’andamento fortemente calante dei prezzi dei beni energetici, al contrario della dinamica dei prezzi dei beni alimentari, che si è mantenuta nel periodo ancora su livelli molto elevati, attorno all’11-12 per cento. Nella media dei primi sei mesi del 2023 l’inflazione – anche se in diminuzione – è stata comunque superiore (+7,8%) a quella rilevata nello stesso periodo del 2022 (+6,4%).

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