L’Ausl gli chiede di saldare un vecchio ticket … ma era già stato pagato

L’azienda sanitaria di Piacenza ha inoltrato numerose lettere intimando il pagamento di prestazioni risalenti anche al 2016. Un nostro lettore però ha rintracciato la ricevuta e a quel punto gli uffici di via Taverna hanno ammesso che la richiesta era stata generata per errore. Caso isolato?  

Sono numerosi i piacentini che nei mesi scorsi hanno ricevuto da parte dell’Ausl di Piacenza richieste di pagamento per ticket rilenti anche ad otto anni fa che, secondo l’azienda sanitaria, non sarebbero stati saldati. Come spiegavamo in un articolo pubblicato lo scorso giugno infatti il termine di prescrizione per i ticket sanitari è quello ordinario di dieci anni e non quello abbreviato di cinque.

Per molti risulta dunque davvero difficile, a distanza di quasi due lustri, ritrovare le ricevute originali dei pagamenti effettuati e  richiedere alla propria banca di rintracciarli viene a costare intorno a 50 euro, un importo spesso molto più elevato rispetto a  quanto richiesto dall’Ausl. Senza considerare il tempo che si deve perdere per far valere i propri diritti, aggravato dal fatto che il numero da chiamare per avere chiarimenti risulta permanentemente occupato (come abbiamo verificato negli ultimi due giorni). Svariati cittadini, davanti al sollecito, decidono di prendere la via più breve e pagare.

Come scrivemmo nel nostro precedente articolo però c’è chi ha preferito andare a fondo della questione ed ha rintracciato il pagamento, smentendo dunque l’affermazione dell’Azienda sanitaria piacentina secondo cui il ticket era tutt’ora dovuto. E qui emerge un fatto curioso.

Proprio a fronte di alcune segnalazioni di nostri lettori avevamo scritto alla Ausl chiedendo se vi fosse stata una qualche anomalia. L’ufficio stampa (il giorno 1 marzo 2024) ci aveva risposto scrivendo «Abbiamo fatto una verifica e possiamo dire che non c’è nessuna anomalia. Nei giorni scorsi l’Azienda ha inviato alcune comunicazioni per ticket di prestazioni ambulatoriali del 2016-2017 che non risultano pagate.
Nel testo della lettera sono indicati i riferimenti dell’Ufficio competente (Recupero crediti) al quale i cittadini possono rivolgersi per chiarire la propria posizione».

Nel frattempo però il nostro lettore “testardo” dopo aver spulciato gli archivi informatici della propria banca, aveva rintracciato ed inoltrato all’Ausl l’inoppugnabile prova dell’avvenuto pagamento, ricevendo dall’azienda di via Taverna la seguente risposta «La presente per comunicarle che a seguito della sua segnalazione l’addebito relativo alla pratica xxxxx risulta chiuso poiché generato per errore a causa di un problema tecnico».  Dunque, contrariamente a quanto ci era stato scritto, almeno un’anomalia c’è stata, quella del nostro lettore puntiglioso e resta il dubbio che il suo non sia un fatto isolato.

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