L’ultima tappa del viaggio dopo aver attraversato 13 nazioni, è stata dall’alto Friuli in provincia di Udine a Piacenza, dove sono arrivati allo stadio cittadino, nel pomeriggio del 14 luglio. I contachilometri delle loro Vespe segnavano un totale di 9.428 km, tra andata e ritorno da Capo Nord. La parte finale del ritorno dalla Norvegia ha messo a dura prova Federico Castaldo e Roberto Antonioli, entrambi del Vespa Club Piacenza, che in Friuli, dove hanno pernottato, hanno affrontato condizioni meteo proibitive incontrando forti piogge e vento. Ad attenderli all’arrivo, sul piazzale dello stadio c’erano i propri famigliari e alcuni amici:
“Abbiamo raggiunto l’obiettivo prefissato. E’ stata un’esperienza bellissima e avventurosa, magari da ripetere con altri mezzi più veloci” hanno commentato i vespisti.
Tanti i ricordi e i momenti da fissare nella memoria come le “centinaia di chilometri in Norvegia, Svezia, Lapponia e Finlandia su strade dritte, con traffico praticamente azzerato, costeggiate da boschi e foreste nonché da mitissime renne. Per fortuna non abbiamo avuto problemi meccanici. Un appoggio, però, ci è venuto direttamente dal presidente del Vespa Club Finlandia che ci ha aiutati a trovare un componente elettrico di ricambio, attendendoci dopo la riparazione a Helsinki. Mai ce lo saremmo aspettato, ci ha portati a mangiare la carbonara in un ristorante italiano “Don Angelo” il cui proprietario è un siciliano. Successivamente dopo un breve tour della città, rigorosamente in vespa, un mega gelato anche questo italiano.
Se l’esperienza è stata emozionante, dopo aver attraversato Estonia, Lettonia e Lituania, è stata invece toccante la visita ai campi dì sterminio di Auschwitz-Birkenau , in Polonia. Un momento più leggero è stato al Santa Claus Village con l’incontro con Babbo Natale per farsi la foto con lui.
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“Bisognava pagare – racconta Castaldo -, sono però riuscito anche ad aggiungere un selfie con lui e una videochiamata a mia figlia Sara”.
Un viaggio del genere porta all’incontro con altri appassionati di viaggio e anche se si parlava solo un po’ l’inglese siamo riusciti a farci capire ugualmente. Un ciclista italiano ci ha considerati “matti” ad arrivare a Capo Nord in Vespa, mentre alcuni motociclisti spagnoli hanno detto che eravamo dei “duri”.
Quasi 9500 km su e giù per il nord Europa in sella a una vespa, affrontando difficoltà e problemi di vario genere. È stato un viaggio che mi resterà dentro per sempre, che mi ha permesso di conoscere luoghi dalla bellezza indiscutibile e persone di cuore.
Ora Castaldo e Antonioli sono attesi per una serata al Vespa club dove racconteranno il viaggio e mostreranno le immagini di un viaggio che resterà nella storia del Club e nella loro memoria.