Caorso piange il suo comandante, stroncato da un infarto

Il maresciallo maggiore dei carabinieri Giuseppe Marcinnò vittima di un arresto cardiocircolatorio. Lascia la moglie e quattro figli minorenni

Nel corso notte, colpito da un infarto fulminante, è venuto a mancare nel suo appartamento, adiacente la stazione carabinieri di Caorso che comandava, il maresciallo maggiore Giuseppe Marcinnò.

Il sottufficiale è stato immediatamente soccorso dal personale sanitario del 118, allertato dai colleghi intervenuti ad assistere il loro comandante. Nonostante i ripetuti tentativi di rianimazione purtroppo non è riuscito a superare la crisi cardiocircolatoria. Lascia la moglie Patrizia 44enne e i quattro figli minori rispettivamente di 17, 15, 11 e 5 anni.

Il Maresciallo Giuseppe Marcinnò era nato 10 giugno 1966 a Caltagirone (CT) e si era arruolato 1987, frequentando il Corso Allievi Carabinieri presso la 6^ Compagnia della Scuola di Campobasso.

Dopo un’intensa e formativa esperienza nei Reparti territoriali della Legione Carabinieri Puglia, aveva frequentato il 47^ Corso Sottufficiali, al termine del quale era stato trasferito alla Legione Carabinieri Piemonte e Valle D’Aosta.

Dal 2002 al 2017 aveva prestato servizio in diversi Reparti del Comando Legione Carabinieri Sicilia, in contesti territoriali caratterizzati da un alto indice di criminalità organizzata, dove si era distinto per lo spiccato senso del dovere e attaccamento all’Istituzione, prendendo parte a delicate indagini che si concludevano con la cattura di pericolosi criminali responsabili di efferati delitti.

Dopo questa esaltante e brillante esperienza professionale, dal 18 ottobre 2017, aveva assunto il comando della stazione carabinieri di Caorso, venendo sin da subito apprezzato dalle locali istituzioni e dalla popolazione per la non comune umanità e per la sua disponibilità a risolvere prontamente le richieste di aiuto della collettività.

Nel suo incarico di comandante della stazione ha preso attivamente parte a svariate e articolate indagini nei confronti di pericolosi sodalizi criminali dediti alla commissione di reati contro il patrimonio, disarticolando un’associazione di etnia sinti i cui accoliti risiedevano nel campo nomadi di Caorso e, in ultimo, era riuscito ad individuare e catturare, in un brevissimo lasso di tempo, l’autore dell’omicidio di Rocco Bramante, 52enne nomade, colpito a morte da una violenta coltellata.

Nel corso della sua carriera ha svolto anche due diverse missioni di peacekeeping in diverse aree del mondo, nel 2006 in Iraq e, successivamente, nel 2008 in Kosovo, venendo insignito di diverse benemerenze tra cui quella di Cavaliere, concessagli dal Presidente della Repubblica nel 2013.

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