La Regione ha intenzione di stanziare congrue risorse per imporre all’Ausl di Piacenza di garantire idonei dispositivi di sicurezza personale ai Medici di Medicina Generale?”. A chiederlo, attraverso un’interrogazione, sono i consiglieri regionali della Lega Valentina Stragliati e Matteo Rancan, capogruppo e commissario Lega Emilia.
“Questi professionisti, figure professionali nella lotta di contenimento del Covid devono essere messi nelle condizioni di poter visitare in sicurezza i pazienti al domicilio. Eppure, alcuni giorni fa, tramite una nota testata giornalistica piacentina, un cittadino ha raccontato di come fosse stato costretto a chiamare il 118, in quanto il proprio medico di famiglia sprovvisto di idoneo camice, non si è potuto recare a visitare la moglie uscita da poco dall’ospedale e affetta da Covid sintomatico che le ha procurato una polmonite bilaterale” hanno spiegato i due esponenti del Carroccio.
A rincarare la dose è stato lo stesso presidente provinciale del Sindacato nazionale autonomo Medici Italiani, che ha dichiarato che dal 1° aprile, passata l’emergenza sanitaria, l’Ausl di Piacenza non passa più ai medici i dispositivi di protezione.
“E’ sacrosanto che un medico di famiglia che visita un paziente Covid sia provvisto di dispositivi di protezione oltre ad avere camici idonei” hanno punto i leghisti ricordando come il presidente provinciale di Snami ha precisato che nella prima pandemia i medici furono mandati allo sbaraglio e confermato che da aprile, contrariamente ad una dichiarazione di fonte Ausl, i dpi non vengono distribuiti.
“In un documento firmato dal Direttore del Dipartimento di Cure Primarie dell’Ausl di Piacenza si sostiene che: “Le richieste di forniture di Dpi non saranno più autorizzabili e non saranno presi in carico dall’Azienda”. Una decisione assurda. Di qui il nostro atto ispettivo per sapere cosa intenda fare la Regione” hanno concluso Stragliati e Rancan.