Quanto espresso da parte del sindaco Tarasconi e dell’assessore Corvi a margine del “ritiro” della Giunta Comunale del Comune di Piacenza sul peso dei costi legati ai servizi sociali sul bilancio comunale solleva più di una perplessità secondo la Funzione Pubblica CGIL di Piacenza. “Non è infatti chiaro come il parternariato pubblico privato possa essere di per sé considerata una soluzione per la riduzione della spesa pubblica sociale e soprattutto uno sviluppo per i cittadini”.
“Sgombriamo il campo dagli equivoci – sostiene Alberto Gorra della segreteria FP CGIL – è palesemente contraddetto dalla realtà che i servizi privatizzati costino meno alla comunità. Anzi, nel lungo periodo la spesa pubblica dovendo farsi carico anche dei legittimi margini d’impresa porta ad una crescita della spesa pubblica, oltre che ad una evidente perdita di competenze professionali”.
Allo stesso modo è evidentemente falso che la privatizzazione sia la risposta alla inefficienza della pubblica amministrazione. L’Amministrazione comunale di Piacenza tocca con mano ogni giorno gli effetti della decennale desertificazione degli investimenti pubblici da parte dei Governi sui propri uffici, al punto che sta tentando di invertire la rotta con concorsi e assunzioni. Troppo spesso abbiamo assistito al definanziamento dei servizi pubblici con l’effetto di renderli inefficienti, con l’obiettivo più o meno dichiarato di arrivare alla privatizzazione ed a convogliare sui privati importanti finanziamenti pubblici.
Troppo spesso abbiamo trovato nell’apertura ai privati il semplice pretesto per ridurre il costo del lavoro attraverso contratti collettivi peggiorativi per i lavoratori. Queste considerazioni sono tanto più attuali se si pensa alla vertenza in corso per il rinnovo del contratto Uneba (applicato ad esempio a Piacenza dalle CRA Maruffi e Madonna della Bomba) che vedrà nella mattinata del 16 settembre una grande manifestazione regionale davanti alla casa protetta Verani di Fiorenzuola d’Arda.
Stupisce pertanto che ideologicamente si consideri l’integrazione pubblico privato quale risposta per contenere le spese, in particolare da parte di una amministrazione di centro sinistra. Il senso del parternariato e dell’integrazione con i soggetti del privato, per come sono definiti dalla normativa a partire dalla L328/2000 vanno nel senso dell’ampliamento e diversificazione delle risposte non nella riduzione dello spazio di gestione pubblica.
Siamo prevenuti? Di sicuro l’esperienza di oltre trent’anni di impoverimento della pubblica amministrazione ci insegna che il governo dei servizi pubblici nel momento in cui si sgancia dalla capacità della loro gestione quotidiana, quest’ultimo semplicemente finisce per perdersi, contro l’interesse pubblico ed a vantaggio di quello privato.
Non si tratta di vuote dichiarazioni di principio o di pura teoria, la politica e le amministrazioni parlano attraverso le loro scelte e su queste interroghiamo il Comune di Piacenza sulla centralità della gestione pubblica: ridimensioneranno il ruolo di Asp città di Piacenza o investiranno sul suo ruolo strategico su anziani, minori e disabili? Manterranno anche nei prossimi la preponderanza della gestione diretta sugli asili nido comunali?