È mancato nella notte, dopo una breve malattia, all’età di 83 anni, Pietro Tappani, a tutti noto come Piero. Portiere del Piacenza Calcio negli anni sessanta aveva difeso la porta dei biancorossi nei campionati di serie D del 1962 (31 presenze), del 1963 (34 presenze) e del 1964 (31 presenze) conquistando insieme ai compagni la promozione in B dove giocò 16 partite nel 1965 (per un totale di 112 presenze in biancorosso).
Come ogni portiere di quegli anni non era un gigante in statura ma seppe interpretare così bene il suo ruolo di estremo difensore che nel campionato 63/64 incassò solo 15 reti, meritandosi il soprannome di “Saracinesca”.
Una volta dismessa la maglia di calciatore si impegnò con i fratelli Giorgio e Pio a far crescere l’impresa di famiglia, la Fratelli Tappani, officina in via Rigolli, specializzata nella riparazione di veicoli industriali. Una realtà che seppe affermarsi come una fra le più importanti nel settore in provincia di Piacenza, dando lavoro e formando decine di meccanici. A fine anni novanta, sempre con i fratelli, diede vita ad una concessionaria di camion, in seguito ceduta ad un socio.
La passione per il pallone e per lo sport in generale non lo abbandonò mai. Fu una delle “anime” della Libertas, società sportiva di cui fu dirigente e dove concretizzò il suo desiderio di trasmettere le sue competenze alle giovani leve.
Appena gli era possibile con la moglie Franca Cerri e con le figlie Elena e Maurizia fuggiva in montagna, nella casa di Ponte di Legno, per indossare gli sci e scendere, con prudente maestria, lungo le piste del Tonale.
Incapace di restare fermo a poltrire su una sedia, nei momenti liberi (da famiglia, lavoro e Libertas) si prendeva anche cura del piccolo vigneto che aveva a Tollara, nella casa di campagna ristrutturata con i fratelli. Ne ricavava un vino genuino, un po’ torbido, frizzante che poi offriva con orgoglio agli amici.
Arrivato all’età della pensione decise di cedere l’attività ai fratelli ma si trovò presto “stretto” nel ruolo di uomo inattivo. Le partite di calcio in Tv e la lettura quotidiana delle pagine di sport non erano sufficienti a riempire le sue giornate, costringendo la moglie Franca, titolare della “Porcellana Bianca” in via Carducci e presidentessa delle Federcasalinghe, ad affidargli continue commissioni per “tenerlo occupato”. Sempre sorridente spesso scherzava lamentandosi di essere vittima di una famiglia di sole donne … le sue donne che ha sempre adorato e portato in palmo di mano.
Pur non lasciandolo trasparire apertamente soffriva la lontananza dalle figlie che, entrambe, avevano seguito i mariti in altre città. Per questo spesso si recava a Milano per prendersi cura dei nipoti Andrea e Filippo ed a Roma per stare con Camilla e Benedetta. Ovviamente seguì ed incitò le attitudini calcistiche degli eredi maschi e fu un grande supporter di Benedetta pluripremiata schermitrice Italiana, campionessa di sciabola.
I funerali si svolgeranno venerdì alle ore 15 in Corpus Domini dove domani (giovedì 16 marzo) si terrà alle 20,30 il rosario di preghiera. La camera ardente è stata allestita presso “La Porta del Cielo”.
Nella foto del 2018 Pietro Tappani festeggia la nipote Benedetta Taricco “laureatasi” per la seconda volta campionessa italiana di Sciabola nella categoria cadetti. A destra il genero, generale di squadra aerea dell’Aeronautica, Giandomenico Taricco.
In un concorso lanciato dal Piacenza Calcio 1919, Pietro Tappani venne votato come uno dei giocatori biancorossi del Secolo.