Distribuite alla polizia locale mascherine simili a quelle rifiutate dalla Regione Lombardia

La denuncia è del sindacato delle polizie locali Diccap Sulpl che definisce le maschere "qualcosa di un po’ più resistente della carta igienica e per forma similari a un noto panno della polvere"

Vi ricordate le mascherine distribuite dalla protezione civile per agli operatori sanitari e che l’assessore al welfare della Lombardia Giulio Gallera aveva definito inadatte e uguali ad un panno per pavimenti? Ebbene mascherine similari sono state consegnate anche alle forze di polizia locale. Seconto quanto sostiene un durissimo comunicato stampa – diffuso dal sindacato delle polizie locali Diccap Sulpl e firmato dal coordinatore territoriale Parma e Piacenza Miriam Palumbo – si tratterebbe di maschere prive di certificazione e anche di elastici.

Questo il testo integrale del comunicato stampa:

«Oggi, attraverso una direttiva di servizio del Comandante apprendiamo che la Protezione civile ha fornito al nostro Comando 900 mascherine facciali monouso. Sulle prime abbiamo esclamato, era ora (visto che le abbiamo richieste in data 31 gennaio u.s.)! Ma un attimo dopo ricomincia la commedia dell’assurdo.

Dalle foto potete rendervi conto che non sono state consegnate mascherine propriamente dette alla Polizia Locale, bensì qualcosa di un po’ più resistente della carta igienica e per forma similari a un noto panno della polvere. Sull’involucro che le contiene si evince che non sono omologate (mancano gli elastici intorno alla bocca, si attaccano alle orecchie non con dei lacci ma grazie a dei fori, si spostano facilmente, devono essere tenute vicino alla bocca) e non sono garantite dalla certificazione FFP2 e FFP3; è una mascherina filtra batteri, ma noi siamo nel pieno di una pandemia ed esposti a contaminazione da rischio biologico, che è cosa ben diversa!

Ma i burocrati della Regione, della Protezione Civile e degli Enti Locali che decidono della nostra salute se ne rendono conto o no? Intendono intervenire o no?

Il Commissario per l’emergenza della Regione Emilia-Romagna Venturi, oltre a discettare sulle passeggiate è al corrente di quanto sta accadendo? Il Presidente della Regione Emilia-Romagna Bonaccini intende accogliere la nostra richiesta di sottoporre a tampone gli operatori di Polizia Locale dell’Emilia-Romagna che potenzialmente, lavorando per buona parte senza il benchè minimo DPI, potrebbero essere positivi e non saperlo o venire a contatto con persone infette ed essere contagiati?

Il Datore di lavoro, il RSPP e il medico del lavoro del Comune di Piacenza intendono intervenire e disporre il ritiro immediato di queste pseudo mascherine?

Ci si lamenta del dilagare a Piacenza e in Regione del contagio, che lo si vorrebbe fermare a suon di hashtag, di canzonette sui balconi, di video-messaggi di ogni sorta. Ma per fermare il contagio occorre una prevenzione seria, garantendola in primis a chi come i sanitari e le Forze di Polizia operano in prima linea. Quando questo personale si sarà per buona parte ammalato, così come sta accadendo, imploderà il sistema Sanitario e quello della Sicurezza, e rimarranno solo i lenti burocrati a monitorare il tutto. Dobbiamo fermare il Virus, certamente, ma anche l’idiozia e la cecità di chi ha in mano la nostra salute. E che non si dica che diffondiamo allarmismo. Questa descritta è la sacrosanta realtà. Stiamo pagando lo scotto di anni di vertiginosi tagli sulla Salute e sulla Sicurezza, di scelte sbagliate e di una politica incapace. Ma noi non ci stiamo ad essere presi per i fondelli e rimetterci la Vita».

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