“Spostare piante di 70 anni non è la soluzione ai problemi di piazza Cittadella”

Le associazioni che da giorni protestano contro il progetto del parcheggio dicono no ad un incontro con il Comune se non ci saranno concreti elementi di novità

Legambiente (circolo di Piacenza),  Italia Nostra (sezione di Piacenza) FATe, Touring Club Piacenza e Archistorica rispediscono al mittente la soluzione al problema di piazza Cittadella che sembra essere uscita dal cilindro della Giunta Tarasconi ossia lo spostamento delle 15 piante settantenni che da decenni fan ombra alla piazza. Pertanto non parteciperanno all’incontro di chiarimento che ci doveva essere con il Comune di Piacenza il prossimo 9 settembre. L’Amministrazione aveva  evidentemente focalizzato il cuore del problema sulle 15 piante e qualcuno deve aver pensato che fosse sufficiente (per quanto oneroso e complicato) spostare i cedri ed i tigli per risolvere la “disputa” con le associazioni e con le migliaia di cittadini che hanno firmato la petizione (oltre 15 mila solo online).  Così non è.

“Saremo sempre disponibili ad un incontro – quando si creeranno le condizioni per una confronto su proposte alternative, credibili e concretizzabili che possano soddisfare le aspettative delle migliaia di piacentini che lo chiedono”.

Il comune da parte sua ha diffuso un comunicato stampa per chiarire la propria posizione.

“L’Amministrazione comunale di Piacenza era ed è a disposizione per un confronto con i rappresentanti dei cittadini e delle associazioni che in questi giorni si sono mobilitati sul tema degli alberi di piazza Cittadella. Una disponibilità che gli amministratori comunali ribadiscono e rinnovano per un incontro nel quale confrontarsi in modo costruttivo su idee, visione e progetti.

A fronte delle manifestazioni da parte di cittadini e associazioni, l’Amministrazione comunale di Piacenza si è attivata per valutare ogni possibile soluzione che vada nella direzione auspicata dai manifestanti”.

In tal senso l’Ufficio comunale del Verde ha coinvolto una ditta specializzata in attività di trapianto di alberi di grandi dimensioni per valutare la fattibilità e i costi di un eventuale spostamento dei tigli e dei cedri da piazza Cittadella ad altro luogo”.

A loro volta le associazioni con una nota stampa avevano chiarito la propria posizione ribadendo la contrarietà al progetto oggi in campo.

“Le sottoscritte associazioni, che già dal 2013 sono favorevoli a soluzioni alternative al progetto del parcheggio interrato in Piazza Cittadella, alla luce dei tentativi

quantomeno un po’ confusi e contraddittori dell’Amministrazione di “compensare” l’eliminazione dalla piazza del complesso arboreo costituito dai 15 alberi d’alto fusto
presenti da 70 anni, mantenendo ostinatamente la posizione sulla necessità di realizzare l’opera, ritengono che l’incontro pubblico previsto per il 9 settembre sia
ormai privo di utilità – per responsabilità dell’Amministrazione – in quanto ancora privo di elementi nuovi, concreti e credibili che possano portare ad un costruttivo dialogo tra le parti.
Prendendo atto del tentativo, pur tardivo, di avvio di una riflessione sul progetto da parte della Amministrazione, in questo sospinta dalla mobilitazione sentita di migliaia di cittadini e pur mantenendo motivatamente la contrarietà al parcheggio interrato,
siamo non solo disponibili ma favorevoli a discutere tutte le proposte disponibili che
possano fornire la possibilità ai piacentini di mantenere, anzi accrescere, il verde in piazza Cittadella, rimuovere gli elementi di degrado in cui è stata colpevolmente lasciata e consentire una mobilità davvero sostenibile, prevedendo anche (ma non solo) parcheggi che devono rispondere ad un nuovo disegno urbanistico di tutta l’area Nord, che peraltro un Piano Urbanistico partecipato avrebbe il dovere elaborare in condizioni di piena trasparenza. A queste condizioni saremo sempre disponibili al
confronto, se l’Amministrazione dimostra di crederci, anche in tempi brevi da concordare.
Perché questo accada, però, occorre un gesto che renda l’occasione di confronto
credibile, al contrario di un gesto di chiusura esplicita e totale, quale quella emersa dalle dichiarazioni odierne a Libertà. Non ci possiamo accontentare di una perizia
flash di qualche agronomo, per quanto competente, ma si impone quantomeno una moratoria dell’inizio dei lavori che consenta approfondimenti tecnici e un confronto serrato con i cittadini che non è mai stato concesso prima e che le migliaia di firme raccolte in pochi giorni e la partecipata mobilitazione di piazza, dimostrano che non è più possibile eludere”.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il commento
Inserisci il tuo nome