Parcheggio di piazza Cittadella. Italia Nostra presenta un esposto in procura

Conferenza stampa per illustrare le ragioni dell'iniziativa

Nonostante le molte criticità – economiche e realizzative – e nonostante le proposte alternative il parcheggio interrato in piazza Cittadella l’inizio dei lavori sembra ormai questione di giorni. La scorsa settimana il Comune ha consegnato l’area ai costruttori. Questa mattina Italia Nostra ha convocato una conferenza stampa per annunciare la presentazione di un esposto alla Procura della Repubblica di Piacenza.

Ad illustrarne le ragioni sono stati Pietro Chiappelloni, presidente della sezione di Piacenza di Italia Nostra, l’arch. Anna Lalatta e l’arch. Stefano Benedetti che ha illustrato il progetto della piazza con il parcheggio. Il progetto della mobilità prevede che le auto e i bus circolino su tutto il perimetro della piazza, e che ogni lato sia occupato dalle piazzole dei bus, anche davanti a  Palazzo Farnese e davanti al cortile dove i bambini della scuola primaria fanno ricreazione.

«Non pensavamo e non speravamo –  ha detto Pietro Chiappelloni – di dover arrivare a presentare un esposto in Procura riguardo al parcheggio interrato. Non pensavamo perché da anni con varie iniziative, comunicati e altro, noi di Italia Nostra, altre associazioni e tantissimi cittadini abbiamo spiegato perché fare un parcheggio interrato qui non è interesse pubblico, e questo era stato dichiarato ufficialmente anche dai consulenti del Comune prima di fare “una giravolta”. Pensavamo che il ragionamento e il buonsenso fossero sufficienti a far cambiare idea ai sostenitori del parcheggio interrato.

Non parliamo oggi degli adempimenti di carattere economico che erano richiesti al concessionario ma che il Comune continua a diminuire in base a quanto e quando riceve, e speriamo che anche qualcun altro avvii procedure legali per capire se tutto questo è accettabile. Noi abbiamo fatto la nostra parte, e l’arch.Anna Lalatta vi illustrerà il contenuto del nostro esposto.

Esattamente un anno e due giorni fa, dopo la frettolosa approvazione dell’addendum contrattuale in Consiglio comunale, avevamo presentato un documento con una ventina di affermazioni dei sostenitori del parcheggio interrato accuratamente analizzate e smontate, un vero e proprio fact checking sul parcheggio interrato.

Nessuno ha replicato, anzi hanno continuato ad affermare le stesse cose imprecise. Una di queste affermazioni è la bellezza della futura piazza. Vi spiegheremo noi cosa diventerà, altroché una piazza farnesiana, o una piazza per pedoni e biciclette, sarà una piazza per auto e autobus che circoleranno tutto intorno. Ma non anticipo, ve lo mostrerà l’arch. Stefano Benedetti.

Un altro dei motivi che ci vedono contrari è che ci sono alternative migliori, e diverse di queste più veloci e più economiche. Dal rilevato di viale Risorgimento, fino a parcheggi fuori le mura con navette elettriche. Si stanno usando soldi pubblici per studiare una metropolitana di superficie che collegherà un ospedale che non ha ancora finanziamenti sufficienti con solo una zona di Piacenza, ma non si è mai minimamente provato a verificare queste possibilità per i parcheggi, e nemmeno per quelle ancora più semplici come le aree militari in dismissione. Per non parlare dell’ex autosilo di viale X Giugno, che in un colpo solo risolverebbe un obbrobrio e il problema dei parcheggi.

Invece di vedere quell’obbrobrio, il sindaco  e qualcun’altro continuano a definire un obbrobrio la piazza oggi. E questa è un’altra delle affermazioni imprecise o infondate. Chiedo a voi giornalisti e ai presenti: dov’è l’obbrobrio? L’autostazione? Potrebbe avere tantissime destinazioni utili alla città, e pochi anni fa ne abbiamo ripulito due lati in due giorni in pochi volontari. È rimasta pulita fino a poco tempo fa nonostante il Comune abbia continuato a non fare alcuna manutenzione, come neppure ai marciapiedi. Forse è peggio la scalinata di piazzetta Pescheria che è un vergognoso gabinetto a cielo aperto, però nessuno si sogna per questo di abbattere il Gotico, o di farci sotto un parcheggio per togliere il degrado. L’autostazione è bassa e distante dal Farnese, mentre davanti al lato maggiore del Palazzo sta sorgendo un condominio gigantesco. Chiedo ancora: qual è l’obbrobrio?

E se oggi possiamo fare qui questa conferenza stampa è perché ci sono questi sedici alberi, che per il parcheggio interrato verranno abbattuti, creando una piazza caldissima sotto il sole e molto più brutta. Poi, saremo dispostissimi ad ammettere di esserci sbagliati se ci verrà dimostrato che non è così, ma lo affermiamo dopo avere analizzato attentamente il progetto, e non per sentito dire come sembra stiano facendo i favorevoli e addirittura qualche tecnico o chi l’ha votato.

Infine, vi anticipo che il 19 ottobre avremo un convegno sulla tutela dei centri storici con relatori di livello assoluto: i professori Salvatore Settis, Paolo Carpentieri, Giovanni Losavio e Paolo Maddalena; si parlerà sicuramente anche di piazza Cittadella».

E’ seguito l’intervento dell’architetto Anna Lalatta. «Perché chiediamo il rispetto alla tutela della Piazza e non accettiamo la sua trasformazione?  Principalmente perché le piazze storiche, come anche le vie, ed in questo caso anche Piazza Casali per cui infatti la Soprintendenza ha richiesto un unico progetto unitario da porre in relazione al contesto circostante e fino alla Piazza Cavalli, di cui però non mi sembra che esista tale studio urbanistico, non sono luoghi casualmente vuoti perché non edificati ed avulsi dal contesto che li circonda. Questi elementi del contesto urbano sono da considerarsi architetture alla stregua degli edifici che li definiscono che nel tempo hanno assunto un valore urbanistico proprio per le caratteristiche della loro immagine cava ma data da quinte spaziali, volumi di varia natura, prospettive, superfici lastricate, materiali ed alberature che hanno creato un unicum irripetibile in cui leggere la nostra evoluzione urbanistica e soprattutto sociale in quanto da considerarsi come luogo di ritrovo religioso, commerciale politico etc. Sono opere legate alla storia della città ed in relazione diretta con le sue architetture, sono parte integrante del costruito che ne completano il loro significato e non semplicemente spazi vuoti come qualcuno le ha erroneamente valutate pronte ad essere riempite di qualsivoglia funzione per renderle più belle. Anche il concetto di brutto o di degrado che abbiamo sentito da parte dell’Amministrazione vorremmo che non rimanesse un concetto astratto dal sapore un po’ troppo soggettivo ed oggi inaccettabile ma eventualmente dovrebbe essere declinato in una analisi dettagliata di cosa si ritiene cosi deturpante da essere cancellato e perché. Se si vuole riqualificare è necessario analizzare con precisione quello che si vuole si vuole sostituire e conoscere le ragioni. Spesso poi anche il loro sottosuolo, come confermato quasi sempre dagli scavi che vengono eseguiti per il passaggio dei sottoservizi di quartiere, è ricco di testimonianze del nostro passato che viene sistematicamente cancellato da chi ancora non ha compreso l’importanza della conservazione della nostra identità che si legge anche dall’analisi del costruito. La legge che tutela questi beni di valore testimoniale della storia è il Codice dei Beni Culturali che raccoglie in un’unica legge tutte le norme precedentemente emanate a partire dalla 1089 del 1939. Ed è appunto l’applicazione del Codice che impedisce la trasformazione delle piazze e ne prescrive la conservazione in quanto beni vincolati alla tutela e non è consentita la loro demolizione o trasformazione. Leggendo il comma 4 lettera g dell’art 10 si conferma che la nostra richiesta di conservazione della piazza non è una nostra opinione ma è la legge che lo prescrive. Altro aspetto previsto dalla legge è che comunque in caso di demolizione del bene sottoposto a tutela l’autorizzazione debba essere data dal Ministero e non dalla Soprintendenza. L’esposto si basa principalmente sulla verifica della mancata ottemperanza alla legge».

La sintesi dell’esposto

La Sezione di Piacenza di Italia Nostra ha presentato il 5 agosto 2024, un esposto alla Procura di Piacenza affinché valuti se la  consegna dellarea di piazza Cittadella alla società appaltatrice, avvenuta il 30 luglio scorso per linizio dei lavori di costruzione nella piazza di un parcheggio sotterraneo, configuri l’ipotesi di reato di distruzione e uso illecito di bene culturale, e se sussistano le condizioni per chiedere l’interdizione degli atti che consentono l’esecuzione dei lavori.

Infatti piazza Cittadella è un bene culturale soggetto a particolare tutela dal  codice dei beni culturali, decreto legislativo 42/2004 art. 10 comma 4 lettera g) e, come tale, può essere sottoposta solo ad interventi conservativi, non di demolizione e costruzione come prevede il progetto esecutivo approvato dal Comune. Le condizioni della tutela dei beni culturali sono stabilite dallo stesso codice. (1)

L’esposto contesta infine  l’autorizzazione dell’intervento da parte della Soprintendenza avvenuta,  nel 2019, in difformità dalla legge, in quanto, al di là della non ammissibilità del progetto di trasformazione per contrasto con l’obbligo conservativo,  la pronuncia sul tipo d’intervento  non compete alle Soprintendenze, ma al Ministero e, in particolare, alla Commissione regionale per il patrimonio culturale. (2)

 (1) L’articolo 10 comma 4 del decreto legislativo 42/2004 definisce alcune categorie  di beni culturali  tutelati, per la  loro speciale natura,  direttamente dalla legge i quali, per ciò, non sottostanno alla norma generale che tutela tutti  i beni appartenenti ad enti pubblici, fino a quando non sia stata verificata la sussistenza o meno  dell’interesse culturale dalla competente  Soprintendenza (art. 10 comma 1).

Art. 10 Beni culturali

  1. “Sono beni culturali le cose immobili e mobili appartenenti allo Stato, alle regioni, agli altri enti pubblici territoriali, nonché ad ogni altro ente ed istituto pubblico e a persone giuridiche private senza fine di lucro, ivi compresi gli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti, che presentano interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico.

 Sono comprese tra le cose indicate al comma 1 …:

………………………………………………………………

  1. g) le pubbliche piazze, vie, strade e altri spazi aperti urbani di interesse artistico o storico;
    ………………………………………………………………”

 La lettera g) dell’articolo 10  comma 4 riguarda le vie e le piazze storiche, quindi anche piazza Cittadella.

Art. 3  Tutela del patrimonio culturale

  1. “La tutela consiste nell’esercizio delle funzioni e nella disciplina delle attività dirette, sulla base di un’adeguata attività conoscitiva, ad individuare i beni costituenti il patrimonio culturale ed a garantirne la protezione e la conservazione per fini di pubblica fruizione.”

Art. 20 Interventi vietati

  1. “I beni culturali non possono essere distrutti, deteriorati, danneggiati o adibiti ad usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione”.

 Art. 29 Conservazione

  1. “La conservazione del patrimonio culturale è assicurata mediante una coerente, coordinata e programmata attività di studio, prevenzione, manutenzione e restauro.

(2) Art. 21 Interventi soggetti ad autorizzazione

  1. “Sono subordinati ad autorizzazione del Ministero:
  2. la rimozione o la demolizione, anche con successiva ricostituzione, dei beni culturali;

 ………………………………………………………………………………………………………………

 “Fuori dei casi di cui ai commi precedenti, l’esecuzione di opere e lavori di qualunque genere su beni culturali è subordinata ad autorizzazione del soprintendente….”

 LE RAGIONI DELL’ESPOSTO

La  contrarietà alla trasformazione di piazza Cittadella in parcheggio sotterraneo, e in superficie di capolinea dei bus urbani, è stata manifestata da cittadini, comitati, associazioni fra le quali Italia Nostra (sezione di Piacenza e direttivo regionale) con vari documenti e iniziative pubbliche a partire dal 2013, anno di pubblicazione sul sito comunale del progetto preliminare, perché tali usi sono incompatibili con il decoro, con  l’importanza storico-artistica e con le funzioni che svolge questa piazza storica.

Il 4 dicembre 2018 circa 150 cittadini, singolarmente o in rappresentanza di comitati e associazioni  fra le quali Italia Nostra, segnalarono, con petizione-diffida indirizzata al Comune di Piacenza e a tutti gli Enti aventi compiti di controllo sulla regolarità degli atti pubblici inerenti il territorio, la non ammissibilità dell’intervento di trasformazione di piazza Cittadella in parcheggio sotterraneo per violazione  del codice dei beni culturali e per numerose altre irregolarità.

A tale petizione fece  seguito la delibera dell’ANAC 802/2020 che rilevò nel procedimento dell’appalto numerose criticità e condotte in contrasto con i principi del buon andamento dell’azione amministrativa. Non risulta che rispetto a tali osservazioni siano stati dati chiarimenti e adottati provvedimenti risolutivi.

Il 7 maggio 2019 Italia Nostra regionale  inoltrò alla Commissione regionale del patrimonio culturale la richiesta di esprimere, in quanto organo competente, il proprio parere negativo al progetto di parcheggio sotterraneo secondo quanto stabilisce la legge, senza ottenere  il pronunciamento della Commissione.

Oggi, dopo che nei giorni scorsi l’Amministrazione Comunale ha adottato l’atto finale del procedimento, consegnando  l’area d’intervento  alla società appaltatrice per consentire l’inizio dei lavori, la sezione di Piacenza di Italia Nostra ha deciso di presentare questo esposto alla Procura di Piacenza come atto estremo  per salvare piazza Cittadella.

E’ un atto di difesa rispetto alle decisioni  dell’Amministrazione Comunale,  la quale  ha perseguito lo scopo di realizzare a qualunque costo quest’opera  e, nella sua determinazione,  ha costantemente  evitato un rapporto di aperto e trasparente  confronto  con la cittadinanza  e con i suoi rappresentanti, ignorando sia le osservazioni di carattere urbanistico, storico-culturale,  ambientale, giuridico  ed economico che ne sconsigliano l’attuazione, sia le proposte di restauro e di  riuso della piazza  e di decentramento dei parcheggi dal centro storico, allo scopo di  valorizzarla come spazio pubblico di valore monumentale e di uso sociale, accogliente per tutti i piacentini e attrattiva per i turisti.

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