47 pazienti positivi al coronavirus in Emilia Romagna. 28 a Piacenza. Due dimessi

Molti sono a casa loro. Solo tre sono in terapia intensiva. Un paziente positivo proviene da Codogno e nonostante il blocco della zona rossa nella notte si è presentato a Piacenza: "abbiamo segnalato alla Lombardia che qualcosa non funziona". A Piacenza nato bambino sano da mamma positiva. Nessun certificato per le assenza a scuola

Si è tenuta nel tardo pomeriggio di oggi in Regione, a Bologna, una conferenza stampa con l’assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, per fare il punto della situazione.

L’assessore ha raccontato di provenire da una riunione a cui erano presenti vari direttori generali di Aziende Usl regionali, Direttori sanitari, infettivologi.

«Ci sono notizie positive – ha esordito l’assessore – e altre che mi sarebbe piaciuto lo fossero di più. Ieri erano diminuite le positività ma oggi abbiamo recuperato molti tamponi che erano in giacenza e quindi siamo saliti a 47 casi positivi, una ventina in più rispetto a ieri sera. Molti sono a casa loro. Solo tre sono in terapia intensiva. Abbiamo avuto il primo decesso che era un paziente lodigiano che si era presentato all’ospedale di Piacenza. Aveva molte patologie pregresse di cuore ed anche polmonari. Era stato trasferito a Parma in terapia intensiva. E’ il primo paziente deceduto in Emilia Romagna, pur non essendo un nostro residente.

Abbiamo 28 pazienti a Piacenza, otto in più. Si sono tutti auto-presentati questa notte. Uno in particolare viene da Codogno. Stiamo segnalando alla Regione Lombardia che c’è evidentemente qualcosa che non va. Noi non abbiamo rimandiamo indietro nessuno ma avremmo piacere che i pazienti di Codogno rimanessero in ospedali di Lodi o similari. Gli altri sette che si sono presentati hanno una storia di frequenza nella zona rossa lombarda, tutti. La metà si trova al proprio domicilio».

L’assessore ha inoltre riportato quanto emerso nella riunione con in medici ossia che è meglio «anche in presenza di positività ma in assenza di sintomatologia apprezzabile è quello di mantenere i cittadini al loro domicilio. Se non c’è bisogno, anche se hanno il Coronavirus – ha detto l’assessore – non è che dobbiamo per forza ricoverarli anche portiamo via posti agli ospedali. Chi non può restare in casa può utilizzare la struttura REMS di Reggio Emilia che ha 30 letti e che abbiamo attrezzato».

«Per quanto Rimini abbiamo una pista molto consistente. Ci sono tre pazienti, dopo il primo di ieri. Uno è un operatore del ristorante di Rimini e l’altro è un avventore. C’è una possibile relazione da verificare: potrebbe esserci un contatto sia con Codogno, sia con Padova. Per noi sarebbe di grande rilievo perchè avremmo la stessa provenienza. Abbiamo i primi due dimessi a Piacenza e cioè l’infermiere che fece il triage al paziente uno a Codogno e (finirà l’isolamento domiciliare) e un paziente di Codogno. Per le buone notizie vi segnalo che una mamma con il Coronavirus ha partorito a Piacenza senza problemi. Il bambino sta bene ed è negativo. La signora proveniva dalla Lombardia. E’ una notizia molto bella e significativa».

Mauro Codeluppi, direttore Malattie infettive all’ospedale di Piacenza, spiega: “I due pazienti che abbiamo dimesso ieri non avevano una sintomatologia grave. Pur avendo contratto il virus, non sono mai andati incontro a insufficienza respiratoria, ma solo a febbre e sintomi respiratori minori. Il primo, il triagista che lavora all’ospedale di Codogno, è stato in reparto dalla notte tra sabato e domenica fino a ieri mattina. Il secondo, medico del nostro ospedale, ha avuto un ricovero ancora più breve, da domenica a martedì. Entrambi sono stati dimessi perché ormai senza febbre e clinicamente guariti, con l’unica raccomandazione di trascorre un ulteriore periodo di isolamento a casa, per il tempo necessario a escludere una residua contagiosità”.

630 test tampone refertat in Regionei: 28 a Piacenza, 8 a Parma, 8 a Modena – tutti riconducibili al focolaio lombardo – e 3 a Rimini, sui quali sono in corso approfondimenti epidemiologici.

Nessun certificato per le assenza a scuola

“Continuiamo a non avere elementi per parlare di focolaio in Emilia-Romagna, anche alla luce delle nuove positività- sottolinea l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi-. Ribadisco che il nostro sistema sanitario è perfettamente in grado di sostenere la situazione al meglio, sia per quanto riguarda i cittadini sia nei confronti del personale sanitario. Proseguono inoltre gli accertamenti sui casi ancora in corso di analisi, che sono circa una quarantina a fronte degli oltre 600 tamponi ad oggi refertati. E da domani- aggiunge Venturi- ai due attuali laboratori di Bologna e Parma si affiancherà anche quello di Pievesestina in provincia di Cesena. Desidero inoltre tranquillizzare le famiglie che in queste ore si erano poste l’interrogativo se fosse necessario un certificato medico per il rientro a scuole dei loro figli alla riapertura delle scuole. L’Ufficio scolastico regionale mi ha infatti confermato che non sarà necessario alcun certificato medico per essere riammessi a scuola. Quanto a episodi di fake news- conclude-, non si fermano le denunce alla polizia postale da parte delle aziende sanitarie”

Punti triage esterni agli ospedali

Si rafforza il numero dei presidi, a protezione degli operatori sanitari, che serviranno a dividere già all’ingresso i pazienti con possibili sintomi da Coronavirus dagli altri. La Protezione civile regionale ha infatti predisposto, oltre ai 3 già allestiti a Piacenza, nuovi moduli provvisori per il triage, dove poter sottoporre le persone ai primi controlli prima di accoglierle all’interno dei servizi ospedalieri: 3 a Modena (Mirandola e Vignola Pavullo); 1 a Ferrara (Cento); 1 a Ravenna. Altri sono previsti a Bologna, Parma, Reggio Emilia, Rimini e Forlì Cesena.

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